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La Uil interviene circa l’incontro col ministro per l’integrazione

10/06/2013
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La Ministra per l’integrazione, Cécile Kyenge, ha incontrato la delegazione di Cgil, Cisl e Uil ai fini di un confronto sulla complessa tematica dell’immigrazione, in particolare sugli aspetti che riguardano il lavoro etnico.

 

Si è parlato anche più in generale delle politiche da adottare in materia di accoglienza e integrazione. All’incontro, oltre ai Segretari Confederali Vera Lamonica (Cgil), Liliana Ocmin (Cisl) e Guglielmo Loy (UIL), erano anche presenti i coordinatori dei Dipartimenti Immigrazione delle tre Confederazioni. Da parte Ministeriale, oltre al Ministro, erano presenti il vice capo di Gabinetto, viceprefetto Angelo Carbone, e il portavoce del Ministro Cosimo Torlo. Oltre ad augurare a Cécile Kyenge un lavoro proficuo e prolungato nel tempo, si è ribadito come la nomina di un Ministro non nato in Italia, abbia un profondo valore che lo carica però di grandi responsabilità verso la forte richiesta di cambiamento su questo terreno che viene dalla società civile. I sindacati hanno presentato un quadro riassuntivo dei problemi e delle difficoltà che attualmente gravano sui cittadini e lavoratori immigrati, anche a causa della grave crisi economica e occupazionale. “Sono tantissimi i temi di confronto e i terreni su cui si può lavorare insieme”, hanno ribadito i sindacati nei loro interventi: “dal necessario bilancio sulla procedura di regolarizzazione, e i suoi limiti oggettivi, alla necessità di allungare la durata dei permessi di soggiorno, specie in caso di prolungata disoccupazione; dal contrasto alla piaga della tratta e dello sfruttamento, al sostegno ai processi di accoglienza e integrazione; dai diritti di cittadinanza e dal riconoscimento professionale, alla lotta alle discriminazioni in un quadro di riforma della legislazione in materia”.

“Ci sono tre ordini di problemi da affrontare in modo differenziato – secondo Vera Lamonica (Cgil) – quelli che necessitano di un cambiamento legislativo, quelli che comportano una spesa, e quindi debbono essere inseriti nel bilancio dello Stato, poi ci sono altri interventi che possono essere realizzati a legislazione invariata, magari con la semplificazione burocratica amministrativa”. “C’è la necessità – ha aggiunto la dirigente sindacale – di mettere ordine, in termini di priorità e di contenuti, in una materia complessa. Questo anche al fine di affrontare sul piano tecnico problemi e possibili soluzioni”. Si tratta, hanno detto i sindacalisti, di affrontare le questioni in modo differenziato nei luoghi e con gli strumenti propri. Guglielmo Loy (Uil) ha parlato del grande processo di integrazione dei lavoratori stranieri in atto nel sindacato (quasi un milione di iscritti stranieri). “Una scelta di politica sindacale – ha detto Loy – che ha guardato alla qualità della persona, indipendentemente dalle sue origini. Oggi il sindacato ha moltissimi quadri e dirigenti, a livello locale, di categoria e nazionale, di origine straniera ed è questa anche la sua forza che gli dà diritto a rappresentarli in sede di confronto con le controparti e con il Governo”. Loy ha avvertito della necessità di guardare alla crisi e alle sue possibili conseguenze: come cioè la recessione può pesare e modificare il mercato del lavoro. “Molti stranieri se ne vanno – ha concludo Loy – e questo può diventare un problema; altri rischiano l’irregolarità. Ma il rischio c’è anche in termini di possibile conflitto tra lavoratori italiani e non”. Sul tema della cittadinanza, su cui è iniziato il confronto a livello parlamentare, il segretario confederale Uil ha avvertito della necessità di “non caricare su questo tema tutto il peso della problematica migratoria”. “Non solo, per Loy, è necessario produrre una riforma largamente condivisa, e quindi al riparo dai rischi di una, ma sarebbe anche utile rendere maggiormente fruibile il permesso di soggiorno di lungo periodo, in modo che la richiesta di cittadinanza diventi una scelta ponderata e non un necessario espediente per aggirare la farraginosità della normativa attuale”.

Anche Liliana Ocmin (Cisl) ha sottolineato l’urgenza di cambiare la legge sulla cittadinanza (“siamo a favore di uno ius soli temperato”, ha detto), ma ha anche richiamato l’attenzione sulle piaghe della tratta e dei gravi casi di sfruttamento lavorativo purtroppo presenti anche nel nostro Paese. Sul tema dell’alto costo per i rinnovi dei permessi, la segretaria confederale Cisl ha suggerito la possibilità “di raddoppiarne almeno la durata”, visto che il Governo ha scelto di fare cassa sugli stranieri. Ocmin ha poi ringraziato il Ministro per le sue pubbliche dichiarazioni, sottolineando che la scelta di dare l’incarico a un ministro di origine straniera è un forte segnale simbolico, testimone dei cambiamenti in atto nella nostra società.

I sindacati hanno richiesto l’apertura formale di un tavolo di confronto tra Governo e parti sociali sui temi migratori più direttamente legati al mondo del lavoro e alle sue specificità.

La Ministra Kyenge si è detta d’accordo sulla necessità affrontare da subito i problemi, specie quelli risolvibili senza modifiche legislative. Ha precisato di essere in attesa delle deleghe e che per il momento è saggio muoversi con grande cautela su di una materia che è molto sensibile alle contrapposizioni ideologiche. Kyenge ha chiesto esplicitamente il contributo ed il supporto del movimento sindacale alla sua azione. Il ministero, ha detto, cercherà di funzionare da cerniera con gli altri dicasteri interessati alla materia (interni, lavoro, esteri, istruzione, ecc.) e sarà aperto al dialogo con tutti, proseguendo sulla strada del suo predecessore che aveva istituito un tavolo di confronto con tutte le associazioni della società civile. Sulla riforma della cittadinanza, il ministro si è detto d’accordo sulla necessità di semplificare le procedure. “E’ un tema – ha detto – che va oltre il lavoro e concerne la qualità della vita delle persone, per questo ne ho parlato molto in pubblico, tentando di attirare l’attenzione su questa urgenza di riforma”. “Anche per questo – ha aggiunto – seguirò con attenzione il lavoro promettente iniziato dall’intergruppo parlamentare. La novità e che a questo dibattito partecipano quasi tutti i partiti”. “Da questo lavoro, ha ribadito, mi aspetto significativi passi in avanti”.

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