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L’assessore all’ambiente Gianluca Aceto sul biodigestore: “i Telesini a 5 Stelle lanciano falsi allarmi “

28/05/2013
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Pubblichiamo integralmente l’intervento dell’assessore all’ambiente Gianluca Aceto

Gianluca Aceto assessore all'ambiente

“Il nostro intendimento è di rendere Telese Terme, con la sua vocazione turistica, ambientale e terziaria, uno dei modelli, su scala nazionale, della gestione dei rifiuti, intesa come parte essenziale dei servizi da offrire ai cittadini. Il biodigestore di cui si discute, infatti, rappresenta uno degli aspetti principali della strategia “Rifiuti Zero”, per la quale è stata avanzata la proposta di una legge di iniziativa popolare (http://www.leggerifiutizero.it/download/file/1-testo-di-legge ). La medesima strategia, che esclude l’apertura di inceneritori e nuove discariche, è il cuore del Piano rifiuti della provincia di Benevento. Se ne discuterà anche nel Consiglio comunale convocato per venerdì 31 maggio.
Per questi motivi risaltano, ancora una volta, le accuse assurde e pretestuose dei Telesini a 5 Stelle, che, pare ormai acclarato, parlano di cose che non hanno nemmeno letto. Sembra incredibile, ma è proprio così. Di qui la necessità, da parte loro, di continuare a fare confusione e a creare falsi allarmi, su cui aizzare le folle e indire il referendum. E meno male che affermano di essere per la trasparenza e al servizio dei cittadini.
I Telesini a 5 Stelle mi sembrano confusi, al punto di inventarsi un capitolo RIFIUTI in un programma nazionale che scrive il contrario di quanto affermano, e che tiene insieme proprio i due temi: energia e rifiuti. Rimando a uno dei tanti programmi locali dei 5 Stelle, precisamente quello del Comune di Guastalla, che parla di Rifiuti zero e prevede questo:
“Costruzione di un impianto di Compostaggio-Digestione Anaerobica con altri comuni della Bassa per crerare compost per i campi (meno fertilizzanti chimici) e biogas dagli scarti organici, agricoltura e da cucina;
Accordo con imprese per costruzione di un moderno Centro Riciclo modello “Vedelago” per i Comuni della Bassa dove si ricicleranno anche gli scarti plastici, cartacei, prima ”non riciclabili” che in questo modo potranno essere riutilizzati trasformandoli in sabbie sintetiche per l’edilizia (ed evitando escavazioni nel Po) e per l’industria plastica. Così facendo gli scarti non saranno nè seppelliti (discarica) nè bruciati (inceneritore)”.
Per aiutare i Telesini a 5 Stelle nel loro lavoro di studio, ricerca e mobilitazione popolare, allego il testo integrale dell’articolo 14 della proposta di legge Rifiuti zero, che riguarda il trattamento dell’umido.
I Nostri non si sono ancora accorti che è esattamene ciò che vogliamo fare a Telese:
“Art. 14- Semplificazione delle procedure per l’impiantistica del riciclo
1. In attuazione del principio generale della gerarchia di trattamento, per la realizzazione di impianti di trattamento per il riciclaggio e per il recupero sia di frazioni secche sia umide, sono privilegiate le procedure di autorizzazione accelerate e, ove previsto, semplificate ai sensi dell’articolo 214 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, e successive modificazioni. Le regioni, comprese quelle a statuto speciale e le province autonome di Trento e di Bolzano nelle forme stabilite dai rispettivi statuti di autonomia e dalle relative norme di attuazione, adottano un iter amministrativo che, lasciando fermi i termini più brevi vigenti, imponga la conclusione del procedimento e il rilascio del titolo autorizzativo a cura dell’amministrazione competente entro e non oltre dodici mesi dalla data del deposito del progetto definitivo da parte del soggetto richiedente.
2. Gli impianti che godono del descritto regime speciale provvedono esclusivamente al trattamento per il recupero di materia e sono identificati nel modo seguente:
a) impianti per la selezione dei rifiuti urbani indifferenziati dedicati alla massimizzazione del recupero di materia al fine del riciclaggio ovvero provvisti di linea di presso-estrusione delle plastiche e di produzione di materia prima secondaria, con esclusione di quelli destinati alla produzione di combustibile derivato da rifiuti (CDR) o di combustibili solidi secondari (CSS);
b) impianti di compostaggio aerobico, compresi i cosiddetti impianti di compostaggio aerobico elettromeccanici, e impianti di digestione anaerobica con successivo compostaggio aerobico alimentati con la frazione organica rifiuti solidi urbani (FORSU), con capacità di trattamento inferiore a 36.000 tonnellate annue e con potenza elettrica inferiore a un megawatt;
c) impianti di selezione e di riciclo di frazioni secche differenziate, con eventuale linea di presso-estrusione delle plastiche e di produzione di materia prima secondaria con capacità di trattamento inferiore a 36.000 tonnellate annue;
d) centri per il riuso e centri di raccolta di cui all’articolo 24.
3. L’attività degli impianti di digestione anaerobica, tra cui quelli previsti dal comma 2, lettera b), è autorizzata alla produzione di biogas con espressa finalizzazione alla trasformazione della totalità del biogas in bio-metano, tramite trattamenti di purificazione e di adeguamento alle caratteristiche richieste dai gestori della rete, privilegiando l’immissione nella rete pubblica di distribuzione, fatta salva la quota di bio-metano da biogas impiegato negli impianti di bassa potenza termica ed elettrica per il fabbisogno energetico necessario al funzionamento degli impianti stessi e l’obbligo del trattamento della frazione residua del digestato in impianti di compostaggio aerobico per la produzione di compost di qualità. È altresì previsto l’uso del bio-metano da biogas come carburante per autotrazione da commercializzare nelle reti autorizzate, specialmente in caso di assenza di rete pubblica di distribuzione del gas. Dalla data di entrata in vigore della presente legge è vietato il ricorso alla combustione del biogas non purificato e prodotto con il descritto processo tecnologico, e tale divieto di combustione del biogas è esteso a tutti i nuovi impianti di digestione anaerobica con successivo trattamento aerobico di qualsiasi dimensione e alimentati sia da FORSU e sia da scarti agricoli che producono compostato idoneo all’impiego in agricoltura e nel giardinaggio, nonché agli impianti a biomasse derivate da altre frazioni organiche provenienti da rifiuti in generale.
4. Gli impianti che hanno ottenuto l’autorizzazione all’esercizio delle attività con procedura semplificata non possono nel tempo essere autorizzati a trattare materiali in ingresso diversi da quelli originariamente previsti. Entro e non oltre il termine di tre mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, il Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare emana un apposito decreto con cui vengono definite le procedure amministrative e stabilite le caratteristiche tecnologiche e costruttive degli impianti, in ordine alle operazioni di immissione in rete e commercializzazione del bio-metano da biogas di cui all’art. 20 e 21 del decreto legislativo 3 marzo 2011, n. 28″.
Questi punti sono il cuore del Piano rifiuti della Provincia di Benevento, da me voluto e in corso di attuazione. L’impiantistica sarà pubblica e non in mano a soggetti privati.
Lo so che ammettere di aver preso una cantonata può costare fatica, ma prima lo faranno meglio sarà anche per i Telesini a 5 Stelle, che prima o poi dovranno stancarsi di tentare vane arrampicate sugli specchi e rendersi conto che i cittadini hanno bisogno di essere informati, non ingannati”.

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