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Uil Campania: Assemblea dal titolo “Le Donne della Campania: dalla crisi allo sviluppo”

Hanno partecipato anche le sannite Maria Pia Varriale e Lorenza Cavuoto Rimeto.

Maria Pia Varriale

Precarietà, maternità, conciliazione lavoro-famiglia, parità salariale, dimissioni in bianco, imprenditoria femminile, microcredito, fino all’emergenza più drammatica che è quella della terribile escalation della violenza sulle donne, dallo stalking alla violenza carnale: è stata una discussione a trecento sessanta gradi quella che si è tenuta ieri presso la Uil Campania. All’assemblea delle donne del Sindacato Uil, dal titolo: “le Donne della Campania: dalla crisi allo sviluppo”, hanno preso parte le sannite Maria Pia Varriale e Lorenza Cavuoto Rimeto.
“La mancata parità tra gli uomini e le donne non è solamente un problema culturale ma è un fenomeno reale, concreto, che tocca e cambia la vita di ciascuna in ogni vicenda, in ogni scelta, occasione o esperienza sociale e lavorativa che si presenti”, è quanto ha affermato Anna Rea, segretario generale della UIL Campania. “E se nel nostro Paese sono ancora numerosi i traguardi da raggiungere, affinché le politiche di genere siano attuate e sostenute con percorsi, azioni e risorse precise, ci sono Paesi del Mediterraneo dove le donne, nostre “dirimpettaie”, sono scese in piazza diventando le protagoniste coraggiose della cosiddetta “primavera araba”, in nome della propria libertà e di quella delle future generazioni”. “Primavera – continua la leader della Uil – che sembra già vedere tramontare i motivi e le giuste cause che l’hanno suscitata, a partire da quei sacrosanti diritti di libertà ed eguaglianza che spettano alle donne dei paesi arabi e musulmani”.
Sulle problematiche delle donne in Campania si è soffermata, invece, Isabella Bonfiglio, responsabile del Coordinamento delle Pari Opportunità della UIL Campania, che ha affermato: “Abbiamo tutti i dati in negativo in Campania per disoccupazione femminile. Infatti, sfioriamo il 40% sulla precarietà, visto che su dieci contratti, almeno sette sono quelli precari riservati alle donne, specie in settori come servizi, scuola e formazione. E ancora, i dati sono tutti negativi anche per le differenze salariali tra laureate e laureati nella nostra regione, con uno scarto di 120,00 euro in più in busta paga per gli uomini rispetto alle donne”.
“Sono ancora tante le differenze e i gap da colmare – ha continuato la Bonfiglio – e si deve far fronte anche al ‘maschilismo’ imperante in Campania, dove i posti di comando, i vertici istituzionali o aziendali vedono ancora una massiccia presenza maschile. Numerose sono le azioni da mettere in campo, a partire dall’avvio di nuovi sistemi di welfare per finire al sostegno all’impresa femminile e alla premialità alle imprese per incentivarle ad assumere donne italiane e immigrate”. “E poi – ha concluso la Bonfiglio – bisogna individuare zone franche con programmi di defiscalizzazione del lavoro femminile fino alle politiche abitative favorevoli alla famiglia e alle giovani coppie, alle pensionate, e a quelle donne appartenenti a fasce socialmente deboli”.