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Violato a Pannarano il tabernacolo della Chiesa di San Giovanni Battista

I Carabinieri restituiscono la refurtiva al parroco.

 

Sono all’incirca le 18:00 quando alcune parrocchiane, nell’entrare nella Chiesa di San Giovanni Battista, ubicata nella centralissima Piazza Giovanni XXIII del comune di Pannarano, si imbattono in un giovane che si allontana velocemente da quel luogo sacro tenendosi il giubbotto, come se vi nascondesse qualcosa all’interno; a breve distanza, due ragazze, che ugualmente procedono ad andatura sostenuta.

Il tempo di raggiungere l’altare e scatta l’allarme: il tabernacolo è stato evidentemente forzato e manca la pisside contenente l’eucarestia!

Vengono subito allertati il Parroco, Don Michele Sbordone, ed i Carabinieri della Stazione di Montesarchio: i Militari, impegnati nel servizio di pattuglia sui territori di competenza – tra cui lo stesso Pannarano – sopraggiungono immediatamente e si danno alla ricerca dei responsabili e della “refurtiva”.

Ed è proprio nel “giro di ispezione” effettuato nei pressi della Parrocchia – precisamente lungo il vicolo Torre – che gli uomini della Benemerita scorgono il luccichio della pisside, subito restituita a Don Michele: di certo non la fede ritrovata, ma la constatazione di un inesistente valore economico, il motivo del rilascio.

La pisside è, infatti, realizzata in ottone – e, non in oro – ma, evidentemente, il particolare sfugge, nell’immediato, allo “sfortunato” ladro.

Intanto le indagini dei Carabinieri continuano e si circoscrive l’identità del/i responsabile/i intorno a due sorelle del posto, rispettivamente di anni 24 e 28, pregiudicate: entrambe sono ora in Caserma per chiarire la propria posizione e quella delle persone cui solitamente si accompagnano (fidanzati/conviventi, anch’essi gravati da precedenti penali).

Gioia e soddisfazione: questi i sentimenti espressi dai fedeli e dal Parroco agli operanti, cui hanno fatto seguito le espressioni di viva gratitudine di S.E. Mons. Andrea Mugione, Arcivescovo di Benevento, informato dell’accaduto – e del suo felice epilogo – dal Comandante Provinciale dei Carabinieri, Col. Antonio Carideo.