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Bio…è facile. Quarta Lezione

Continua la rubrica “Bio…è facile” con la quarta lezione. Per le precedenti cliccare sul tastino “Bio…è facile”.

I Tensioattivi


7.I TENSIOATTIVI
I tensioattivi sintetici sono sostanze dotate di proprietà schiumogene, bagnanti, detergenti e solubilizzanti, aventi una doppia affinità idrofila-lipofila. Hanno la capacità di modificare la “tensione superficiale” del liquido in cui sono sciolti. La tensione superficiale di un liquido è la forza che serve per separare le molecole alla superficie del liquido (ad esempio un taglio) allargando la superficie stessa. Tanto più sarà grande la tensione superficiale, tanto più un liquido tenderà a formare gocce grosse. Per svolgere questa azione, quindi, le loro molecole devono presentare almeno due sezioni distinte : l’una apolare e affine alle sostanze grasse e l’altra polare o contenente gruppi ionici affini all’acqua.
Si producono a partire dalle materie prime che possono essere vegetali, come l’olio, oppure derivanti dal petrolio. Hanno il grande vantaggio di poter essere usati per formulare prodotti a ph acido; non sono sensibili al calcare ed esplicano la loro azione anche in presenza di acque dure.
Vengono utilizzati in maggior quantità in shampoo, detergenti, bagnoschiumi, dentifrici. Il sodio laurilsolfato (Sodium Lauryl Sulfate o SLS) e il sodio lauriletere solfato (Sodium Laureth Sulfate o SLES), sono due tensioattivi dalle proprietà eccessivamente sgrassanti e molti discussi, utilizzati però perché molto economici(diciamo che questo è il problema di fondo, materie prime scadenti e marchio con costi elevati!!). Durante la loro azione lavante possono però portare via non solo lo sporco ma anche parte del MAI (ricordate cos’è ? Ne abbiamo parlato qualche lezione fa! ), arrivando a sciogliere quella parte del MAI che cementa insieme le lamelle cornee.
I tensioattivi sintetici quindi non quelli vegetali, possono provocare secchezza e screpolature e far diventare la pelle insensibile all’uso delle creme. Un prodotto detergente fisiologico va scelto in base anche ai tensioattivi che lo compongono, anche perché la presenza di sostanze eudermiche o estratti vegetali sono in piccole concentrazioni.
Un’altra classe di tensioattivi è costituita dalle Betaine ( cocamidopropyl betaine), di origine completamente vegetale. Lo SLES ha un impatto ambientale dieci volte meno della betaina. Sia come tossicità per gli organismi acquatici che come processo di produzione. La betaina contiene meno petrolio dello SLES. Lo SLES però è una sostanza facilmente biodegradabile in ambiente aerobico, non si accumula nei fanghi, si degrada anche in ambiente anaerobico e costa pochissimo. Il difetto che ha è di avere una seppure piccola quota petrolifera e di godere di pessima stampa.
La certificazione Icea-Aiab inserisce lo SLES tra le sostanze da non immettere nei prodotti proprio perchè ha una parte petrolifera e questo comporta non solo grandissimi problemi al formulatore ma anche costi da boutique!

Le cose sono sempre più complesse di quanto appaiano e la strada per composizioni rispettose, non solo del nostro pianeta ma anche e soprattutto della nostra pelle, passa attraverso la capacità di sapersi mettere continuamente in discussione. E’ importante ragionare con dati alla mano e non prendere mai nessuna certificazione come oro colato, ma considerarla solo uno tra gli strumenti che abbiamo per fare del nostro meglio.