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A “Sopra le righe” un salto nella Napoli della fine settecento con Dora Liguori

Per la rassegna di cultura e musica “Sopra le righe” organizzata dall’Associazione “Sabba de Nuce”, in collaborazione con il Conservatorio Statale di Musica “Nicola Sala” di Benevento, è stato presentato, al Teatro San Vittorino, il volume di Dora Liguori, “Carulì si m’amave. Napoli 1799 Storia di una rivoluzione senza popolo”. L’appuntamento, moderato dalla giornalista Enza Nunziato, è stato realizzato con la collaborazione del Rotary Club di Benevento. Proprio il presidente del Club, Enza Casarella, ha illustrato brevemente il contenuto del libro che è un romanzo storico il cui titolo richiama quello di un canto popolare avverso la regina Carolina di Borbone. Documenta la Napoli di fine Settecento che culmina nella tre giorni del gennaio 1799, quando i lazzari napoletani si contrapposero all’invasione dell’esercito francese che determinò la fine della “età dell’innocenza” che l’autrice intende sottrarre ai silenzi della storiografia ufficiale. Con questo libro, ha detto ancora Casarella, il lettore entra nella vita di questa città e dei suoi giovani, i lazzari e i moschilli ma soprattutto di un popolo che si oppose all’invasione dei francesi poiché intuì che il loro ingresso in città altro non avrebbe prodotto che distruzione. Giovanni Liccardo, dirigente dell’Istituto d’Istruzione Superiore “Alberti” di Benevento, ha sottolineato il fatto che quando si studia la Repubblica Napoletana e la rivoluzione del 1799, i maestri sono Vincenzo Cuoco e Benedetto Croce. Quindi, ha raccontato di una serie di personaggi del libro tra cui Francesco Caracciolo, Domenico Cirillo, Eleonora de Fonseca Pimentel. L’autrice, Dora Liguori, ha evidenziato come il volume sia venuto alla luce dopo un lavoro di sette anni di studi e ricerche. Poi ha parlato di una rivoluzione, quella napoletana, completamente diversa da quella francese poiché alimentata dalla borghesia e non dal popolo. Le rivoluzioni, ha ribadito, senza il popolo non si possono realizzare. Inoltre, sempre a differenza della Francia, in quel periodo, Napoli era una città felice dove la gente non moriva di fame come a Parigi. Questa ambientazione è andata avanti fino a quando a Parigi non venne ghigliottinata Maria Antonietta, sorella prediletta della regina Carolina, che si ritrasse proprio nel momento in cui aveva i francesi alle porte, schierandosi tra i più strenui conservatori. Liguori ha parlato del sacrificio dei cosiddetti moschilli. Quando i lazzari, male armati, iniziarono ad arretrare, a difendere la città furono, appunto, i moschilli, dei bambini pronti anche a farsi ammazzare perché, con i loro corpi senza vita ammassati, rappresentavano un ostacolo all’avanzamento delle truppe straniere. Furono 30mila i lazzari a perdere la vita, 8mila, invece, i moschilli. Quest’ultimi, erano i figli della Madonna, quelli di cui non si conoscevano i genitori. Una pagina di storia, questa, ma che non ha dato onore al popolo. A seguire, c’è stato il contributo musicale del Conservatorio di Musica “Nicola Sala”, dal titolo “Lazzari felici” che ha visto protagonisti Monica Vellucci, voce, e Manlio Moscarino, alla chitarra, a cura della Scuola di Pop dei maestri Nunzia Carrozza e Luca Galeano del Conservatorio di Benevento con la presentazione di tre brani che hanno accolto il piacere del pubblico presente. Per finire, il momento delle premiazioni con il Premio “Nicola Sala” che è stato consegnato dalla senatrice Danila De Lucia a Dora Liguori con la seguente motivazione: “Alla scrittrice, musicista e regista Dora Liguori artistica poliedrica per il suo costante impegno nella ricerca musicale italiana ed europea con particolare dedizione e alla “Scuola napoletana” del ’700 e del primo ‘800”. Un secondo Premio “Nicola Sala”, invece, è stato dato da Enza Casarella a Giovanni Liccardo con la seguente motivazione: “Allo scrittore, archeologo e storico dell’antichità Giovanni Liccardo per aver anticipato i processi innovativi nella campo della formazione di qualità, promuovendo con il suo costante impegno la crescita culturale delle giovani generazioni”.