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Ieri assemblea sindacale preparatoria dello sciopero al Giannone. Tanti gli argomenti sul tavolo

Giovedì 26 maggio dalle ore 8.00 alle ore 10.00 si è tenuta una partecipata assemblea sindacale nell’Aula Magna del Liceo Giannone che ha visto coinvolti docenti e personale ATA in preparazione dello sciopero previsto per lunedì 30 maggio.

A illustrare la piattaforma della protesta, che realisticamente sarà solo la prima di una lunga serie di azioni, stante l’atteggiamento del governo, che pare sordo a qualunque sollecitazione e persuaso a percorrere fino in fondo la strada dello scontro, Angelo Bosco (RSU FP CGIL), Amleto De Nigris (Segretario regionale UIL Scuola RUA Benevento), Annalaura De Nigris (RSU UIL Scuola RUA), Alessio De Toma (RSU CISL Scuola), i quali hanno sottolineato la gravità del momento, l’attacco che si sta portando al mondo della scuola, a partire dal metodo (la decretazione in vece della contrattazione). La posta in gioco è alta: riguarda prima di tutto il cervellotico iter per immettere in ruolo nuovi docenti, che crea un nuovo “mostro” burocratico  e penalizza i precari, poi l’elemosina pensata come aumento per i docenti (tenendo conto che quelli italiani sono già tra i peggio pagati d’Europa), infine la questione probabilmente più sconcertante, con l’invenzione di modalità di aggiornamento (spazzando via, in una logica di rigida centralizzazione, la ratio stessa dell’autonomia nel campo della formazione) valutate che creerebbero (ah, Berlinguer!) docenti di serie A e di serie B, da pagare con risorse tolte alla Carta del Docente (una delle poche innovazioni significative e realmente funzionali ai bisogni della scuola dell’ultimo trentennio), al MOF (Fondo miglioramento offerta formativa) e con riduzione di organico fino a 10.000 docenti. Altri elementi problematici: il clamoroso ritardo del rinnovo del contratto ’18-’21 già ampiamente scaduto e le irrisorie risorse che il governo intende mettere a disposizione, disconoscendo il prezioso lavoro del personale scolastico tutto (e quello svolto durante il periodo pandemico). Non di minor conto le problematiche relative al personale ATA, gravato di enorme mole di lavoro, e anch’esso dentro dinamiche relazionali spesso non partecipate se non francamente impositive.

Folti gli interventi dei docenti presenti, che hanno mostrato consapevolezza della posta in palio, ma anche richiesto azioni continuative di protesta, sostegno forte da parte dei sindacati ad azioni da mettere in campo nelle varie realtà locali. Insomma, con sensibilità diverse, tutti i docenti intervenuti hanno concordato con la necessità di una vibrante azione di protesta, a patto che però essa non rimanga isolata e preluda ad una stagione di lotta nei confronti di un paradigma “mercatista” della scuola oramai usurato ma che tende inerzialmente a perpetuarsi. Urge, questo in sintesi l’appello emerso dall’assemblea, l’affermazione, attraverso azioni coordinate e continuative, della dignità dei docenti, visti come professionisti e lavoratori, dentro una comunità educante non riducibile al modello aziendalistico, comunità democratica e centrata su scelte condivise.