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Si è conclusa la conferenza : Autonomie locali sul riordino delle Province

03/10/2012
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Si è svolta presso la Sala Consiliare della Rocca dei Rettori, la Conferenza Stampa convocata in forma congiunta dal presidente della Provincia di Benevento, Aniello Cimitile, e dal Sindaco del capoluogo sannita, Fausto Pepe, per commentare gli esiti della Conferenza Permanente Regione Campania – Autonomie locali sul riordino delle Province (legge n. 135/2012 “spending review”).

Il presidente Cimitile aprendo i lavori ha voluto ricordare quelle che sono state le conclusioni formali del Coordinamento delle autonomie locali (Cal) regionale e che lui ha definito “i patti” sottoscritti e cioé: 1) la Campania ricorrerà alla Corte Costituzionale contro l’art. 17 e contro l’art. 18 della legge 135/2012 in materia di riordino delle Province; 2) saranno sostenuti i ricorsi di Comuni e delle Province contro gli atti amministrativi del Governo in materia di spending review; 3) in opposizione e in deroga della legge il Cal ha deciso che in Campania siano riconosciute quattro province (Avellino, Benevento, Salerno e Caserta) e la Città metropolitana.

Cimitile ha ricordato che solo tre Regioni si sono trovate d’accordo con il Governo Monti in materia di “spending review”, mentre tutte le altre faranno opposizione: tutto questo dimostra, a giudizio del presidente della Provincia sannita, che si è creata una frattura tra l’Esecutivo nazionale e i territori e di questo sia il Governo Monti che (soprattutto) il Parlamento non possono non tenere conto. Cimitile ha anche ricordato che lo sforzo della sua Amministrazione, peraltro recepito dal Consiglio provinciale e dai Sindaci del Sannio, nonché dal Consiglio regionale riunitosi a Benevento ed infine dallo stesso Cal, è stato in questi ultimi tre mesi di lanciare una sfida all’intelligenza regionale di avanzare una proposta di riordino che fosse ad ampio raggio e avesse adeguata dignità politico-istituzionale.

Secondo Cimitile, a fronte della istituzione della Città metropolitana per la conurbazione costiera, il riordino delle altre Province in Campania non poteva che avvenire tenendo presente le richieste che venivano dai territori e specialmente da quelli che si trovano ai margini della metropoli partenopea, che non desiderano essere da questa inglobate e che anzi sono desiderosi di far parte di un’altra Provincia. Rispetto a tale problematica, Cimitile ha respinto le accuse di scelte “dirigistiche” piovute sulla sua Amministrazione e le ha ribaltate sul Governo centrale che non ha mai voluto coinvolgere i territori e i Comuni, disponendo d’imperio di accorparli da qualche parte piuttosto che da qualche altra, grazie ad un provvedimento che avrebbe dovuto riguardare solo la finanza pubblica e non la ingegneria costituzionale.

Pertanto, ha concluso sul punto Cimitile, “non siamo stati certamente noi a fare “mercato delle vacche” per acquistare questo o quel Comune; quanto piuttosto è stato il Governo centrale a fare “mercato delle vacche all’ingrosso” spostando di qua e di là di confini amministrativi.” E perché poi? “L’Europa – ha detto Cimitile – non ha chiesto all’Italia di abolire le piccole Province; semmai ha chiesto di abolire tutte le Province. D’altra parte, non è abolendo le piccole Province che si risanano i conti dello Stato: un solo Consiglio regionale – come confermano gli scandali emersi in questi giorni – costa quanto tutti i Consigli provinciali messi assieme”.

Secondo Cimitile, sono ipocriti, come i vertici dell’Unione delle Province d’Italia, quelli che vogliono cancellare le piccole province perché non hanno la capacità di intervenire a risolvere i problemi, che sono invece creati, guarda caso, dalle Province grandi. “Io sono per il riordino delle funzioni delle Province, ma questo processo va fatto in termini corretti e non attraverso un processo infame. Certamente non sarà costruendo una Provincia con 200 Comuni, con tante storie diverse tra loro che si possono governare i processi di sviluppo ”.

Cimitile ha quindi affermato di aver presentato come collettività sannita 6 diverse proposte al Cal, l’ultima delle quali si fondava su un ragionamento ad ampio spettro che teneva conto di tutte le situazioni assurde presenti sul territorio (come, ad esempio, quella di Pannarano, enclave sannita in territorio irpino). Dunque, non è la Provincia di Benevento che è andata contro i territori, perché anzi essa li ha ascoltati, cercando di interpretarne le esigenze, ed ha sollecitato da loro un parere istituendo anche la Conferenza Permanente, cioè una sede di dialogo e di confronto su questi temi.

Ma ora il confronto si sposta in sede regionale (“presumo che il Governatore Caldoro vorrà sentire il Consiglio regionale” – ha detto Cimitile); poi in sede di Governo centrale ed infine in Parlamento. Proprio qui verrà giocata in definitiva la partita – ha avvertito Cimitile: quindi i parlamentari dovranno assumersi la propria responsabilità e cercare di ridare voce ai territori, visto che, ha detto Cimitile, “il Governo si è intestardito a portare avanti un provvedimento confuso, contraddittorio, sulla scia di altri due precedenti tentativi, il primo del Governo Berlusconi, che già sono stati accantonati”.

E’ quindi intervenuto il sindaco Fausto Pepe.Il sindaco di Benevento ha detto che non è affatto vero che la battaglia per la Provincia di Benevento è andata perduta; anzi, secondo Pepe, nella riunione del Cal di martedì scorso 2 ottobre è stato fatto un passo in avanti nella direzione a favore del Sannio. Quello che in verità è venuto scandalosamente in rilievo, ha detto il sindaco, è stata l’incapacità della classe dirigente regionale, definita “miope e autoreferente”, di avanzare una proposta di profilo alto di livello istituzionale sul valore e sulla presenza delle amministrazioni locali e sul loro essere al servizio dei cittadini della Campania. Pepe ha detto che “la Campania non ha dimostrato un grado di maturità sufficiente in questa questione”. E’ stata persa una straordinaria occasione per dare modernità all’assetto istituzionale locale al fine di dare risposte positive alle istanze dei cittadini. Il problema vero di tutta questa vicenda della “spending review”, ha detto infatti il sindaco, non può essere ridotto ad una questione di con fini amministrativi: il guaio è che le istituzioni territoriali non funzionano. In particolare Napoli non funziona, mentre la provincia di Benevento funziona bene – ha scandito Pepe. L’occasione della spending review, dunque, secondo Pepe, doveva servire – e questo era il messaggio partito da Benevento e diretto a tutta la Regione – a ragionare su come intervenire per rafforzare e dare contenuto concreto alle funzioni amministrative e di come servire i i cittadini. In Campania, che è la seconda in Italia per numero di abitanti, ci sono tutte le condizioni perché vi siano 4 Province e una Città metropolitana: occorreva intervenire su queste coordinate per dare uno slancio vero alle funzioni degli enti locali territoriali. Ma tale problematica – ha detto Pepe – è rimasta del tutto inevasa, con una classe dirigente che si è limitata a dire: “non tocchiamo i territori”. Su questo punto, ha scandito il sindaco, la sconfitta non è stata di Benevento, ma al contrario la sconfitta è stata di tutta la Regione. “Quando poi, come ho sentito dire – ha continuato Pepe -, la deroga che viene richiesta dal Cal dovrebbe riguardare la questione del capoluogo della nuova Provincia e che dovrebbe essere riconosciuto ad Avellino, allora io mi indigno. Tale posizione è al di fuori della normativa. Se questa deve valere a danno del Sannio, ebbene deve valere sempre: e dunque non è possibile toccare il capoluogo Benevento”. Secondo Pepe tale possibilità è infatti del tutto escluso da quelle norme che il Governo si è dato e di cui continua a reclamare la piena efficacia: dunque, secondo il sindaco, la responsabilità di questa contrapposizione e di questo stato di cose così sterile deve essere fatta ricadere su quanti non hanno voluto ascoltare i ragionamenti della classe dirigente sannita che ha presentato una proposta non impattante sul territorio e rispettosa delle esigenze di tutti. “Noi non abbiamo chiesto nulla ai nostri omologhi di Avellino; noi abbiamo posto loro un ragionamento sulle funzioni amministrative e sulla risposta da dare ai problemi dei cittadini”.

A conclusione della Conferenza Stampa, il presidente Cimitile ha voluto ringraziare l’assessore regionale Sommese per l’impegno profuso in questa vicenda e per aver ascoltato i ragionamenti dei territori; il rappresentante dell’Upi De Angelis per il lavoro svolto circa la proposta finale del Cal; e il senatore Viespoli che, in Senato della repubblica, ha avanzato un progetto che poi è stato recepito in sede di Cal.

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