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Luca Pietronigro risponde alla nota della Consulta degli Studenti del Conservatorio “Nicola Sala” di Benevento

23/11/2021
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Scrive Luca Pietronigro: “Ritengo indispensabile e non rinunciabile rispondere alle accuse diffamatorie rivoltemi dalla Consulta degli Studenti del Conservatorio Statale di Musica “Nicola Sala” a firma del suo presidente Angelo Cioffi, del suo vice Mattia Luciano e dai componenti della Consulta medesima Rachele Di Vaia e Riccardo Crisci. Nella nota diffusa nel primo pomeriggio a tutte le Testate si fa riferimento ad una persona cui devono essere corrisposti 18mila euro per scrivere in tutta comodità post sulla pagina Facebook dell’Istituto. Scorrettamente e senza il coraggio di dare corpo e volto all’accusato, non si fa il nome di questo incaricato ed allora è giusto far sapere ai lettori che questa nota piena di gratuito livore è rivolta a me. Viene scritto che i 18.000 euro l’anno corrispondono a 1.500 euro al mese che entrano in tasca puliti e luccicanti come una posata d’argento, per circa 25mila euro l’anno in totale compresi i contributi. Anche se fossero, come dicono gli accusatori, 1.500 euro al mese, non è questa cifra che mi pare possa suscitare scandalo se rapportata alla professionalità impegnata. Ma non è nemmeno così perché il contratto stipulato tra il sottoscritto ed il Conservatorio, all’art. 4 “Adempinenti fiscali e previdenziali” recita: …Tutti gli obblighi di natura fiscale, contributiva, previdenziale, assistenziale, assicurativa ed infortunistica derivanti dal presente rapporto di lavoro, sono a carico del collaboratore incaricato ed assolti direttamente dallo stesso. Dunque è falsa la cifra riportata. Più utilmente dovrebbe aggirarsi intorno ai 1.200 euro al mese netti. La originaria cifra di 18mila euro viene poi messa a confronto con il corrispondente di due redditi di cittadinanza per due famiglie numerose e spiantate. La cifra, prosegue la Consulta, equivale allo stipendio di prima nomina di un docente che per guadagnarselo deve avere almeno un diploma di biennio di strumento, una laurea magistrale e così via. Al Conservatorio c’è invece chi (il riferimento è al sottoscritto) se lo ritrova senza aver fatto niente di simile. Di grazia, che c’entra? Perché si scrivono questa falsità? Ho partecipato ad un Avviso pubblico, sottolineo pubblico, che prevedeva il possesso di titoli importanti. Occorreva la laurea magistrale, che posseggo essendo laureato in Giurisprudenza; occorreva l’iscrizione all’Ordine dei Giornalisti, elenco professionisti, qualifica che ho dopo aver partecipato, con merito, ad un esame di Stato ed una esperienza di almeno dieci anni di iscrizione all’Ordine dei Giornalisti ed io di anni di iscrizione ne ho 21. Poi ho partecipato al colloquio dinanzi ad una Commissione esaminatrice. Non mi pare che i miei titoli siano proprio da buttare. La Consulta parla di altri lavoratori del Conservatorio che sono iscritti all’Ordine e che prendevano mille euro l’anno lordi, poco più di 60 euro al mese, per svolgere il medesimo compito. A me non risulta lo svolgimento di questo compito in via continuativa e lo dico con cognizione di causa avendo lavorato nel giornale di famiglia, “Gazzetta di Benevento”, e conoscendo dunque bene la frequenza dei comunicati che negli anni sono giunti in redazione. Evidentemente non erano incarichi professionali quelli di cui parla la Consulta, ma attribuzioni assegnate a docenti nell’ambito del programma di interventi che si aggiungono allo stipendio percepito di insegnante. Aggiungo: Se questo docente incaricato dello stesso mio compito, non ha partecipato all’Avviso pubblico, evidentemente un motivo c’era e cioè non aveva né i titoli né i requisiti per farlo. Non so se fosse o se sia in possesso di una laurea magistrale o di un’anzianità di iscrizione di almeno dieci anni, ma certamente non è iscritto all’Ordine dei Giornalisti nell’elenco dei professionisti perché un pubblico dipendente non può esserlo. Che c’è, infine, di succoso in questa notizia spazzatura? Non c’è nulla di nascosto nella procedura adottata. E’ tutto pubblicato sul sito ufficiale del Conservatorio e non poteva essere altrimenti essendo una Pubblica Amministrazione. Pagare un professionista, laureato magistrale, giornalista professionista con 21 anni di iscrizione all’Ordine poco più di 1.200 euro al mese è notizia da fare scandalo? La verità è che non pensavo che ci fossero in questa magnifica Istituzione di cultura, ceste colme di vipere. Non mi sono accorto, in questi pochi giorni di lavoro, di averle calpestate. Forse le ho solo sfiorate ed impaurite e dunque si sono buttate a mordere. Dire che vengo pagato per scrivere un post sulla pagina Facebook è pura cattiveria. Chiudo dicendo che l’arrivo di un professionista in un campo così delicato quale è quello della comunicazione e di addetto stampa (è questo il mio incarico professionale) avrebbe dovuto essere salutato con soddisfazione da chi vuole bene a questo Istituto perché vuole dire che il Conservatorio, tanto lodato da tutti e non solo negli stretti confini provinciali, vuole continuare a crescere ed a fare le cose fatte per bene, magari senza lasciare più all’ingresso del Teatro programmi di sala sgrammaticati dove ancora è scritto prima il cognome e poi il nome dei musicisti dell’Orchestra, cose fatte per bene così come si deve ad una Istituzione di alta formazione musicale che tutti ci invidiano. Mi ero illuso che il merito volesse ancora dire qualcosa e che i traguardi in campo professionale ed accademico da me raggiunti con tanta fatica e studio, alla fine sarebbero serviti quando fosse arrivato il momento giusto. Evidentemente non è così. Il merito è sempre quello che conta meno. La cattiveria e la voglia di diffamare sono più forti di tutto. E’ un brutto mondo quello che viviamo. Comunque sia, siccome sono convinto che le mie aspirazioni, legittime, vengano dopo il prestigio ed il bene del Conservatorio, ho già comunicato per le vie brevi al presidente dell’Ente di ritenere a disposizione il mio incarico in qualunque momento lo dovesse ritenere utile per il bene dell’Istituto. Luca Pietronigro”

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