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Cgil, scuola sannita abbandonata

14/08/2021
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“Governo, Ministero, Ufficio Scolastico Regionale e tante promesse non mantenute Scuola sannita abbandonata Valzer dei Dirigenti e dei DSGA e scuole scoperte È dai tempi della burrascosa iniziativa organizzata con la presenza (?) dell’allora ministra Fedeli che segnaliamo le difficoltà della scuola sannita, rese ancor più marcate dalla cronica mancanza di lavoro e di servizi che accentuano la desertificazione dei nostri territori. Non solo la denatalità, ma anche l’emigrazione di giovani, che non trovano sbocchi professionalmente adeguati ai loro studi, impoveriscono i nostri territori. Alla luce delle note criticità, emerse ancor più drammaticamente in questi mesi di emergenza pandemica, quando ci si aspettava finalmente un’inversione di tendenza e un’attenzione particolare alle problematiche delle aree interne, siamo costretti a registrare purtroppo che il Governo, il Ministero dell’Istruzione e l’Ufficio Scolastico Regionale per la Campania non soltanto non producono soluzioni adeguate, ma continuano a mostrare segnali di forti disattenzioni e penalizzazioni per la nostra provincia. Abbiamo sempre chiesto in tutti gli incontri istituzionali (e non) che per la scuola non venissero presi provvedimenti sulla base di criteri meramente numerici, assolutamente non esaustivi e non equi in una valutazione complessiva, ma che venissero tenuti nella dovuta considerazione un insieme di aspetti quali la situazione demo-socio-economica del territorio, lo stato dei trasporti, della viabilità, dei servizi. Considerazioni che non valgono naturalmente solo per Benevento o Avellino, ma anche per Matera o Belluno. Insomma per quei territori delle aree interne della penisola che vivono situazioni di disagio, i cui cittadini vedono quotidianamente violati i loro diritti e le pari opportunità. Perciò riteniamo ingiusto applicare medesimi parametri, come quelli che riconoscono la presenza di un Dirigente Scolastico e di un Direttore dei Servizi generali e Amministrativi a Scuole con 600 alunni, alle scuole situate nelle aree metropolitane come ai paesi del nostro entroterra, se consideriamo che la densità di popolazione di Napoli è venti volte quella di Benevento. Pensavamo che un primo timido passo si fosse realizzato con la finanziaria del 2021: attribuzione di DS e DSGA con 500 alunni e 300 per i comuni montani. Il parametro si abbassava e molte Scuole del Sannio (Morcone, Pietrelcina, San Bartolomeo) che attendevano da anni l’attribuzione stabile delle dirigenze l’avrebbero finalmente ottenuta. Così non è stato perché la misura riveste solo carattere temporale (durata della finanziaria) e in più il parametro continua ad essere uguale, a Napoli come a Benevento, oltre ad essere venuta a mancare la copertura finanziaria per produrne gli effetti. La realtà quindi risulta ben diversa: 9 (nove) scuole della provincia di Benevento sono rimaste prive di DS. Si tratta del 20% circa delle scuole sannite! Stiamo parlando non solo dell’IIS Diana di Morcone, o dell’IC San Pio di Pietrelcina, tanto per citarne solo qualcuna, ma anche di Istituti cittadini quali gli I.I.S. Le Streghe e il Palmieri-Rampone Polo di Benevento, scuole con complessità e studenti ben al di sopra dei 500, con un numero significativo di personale scolastico. Per quanto riguarda i D.S. l’USR Campania non ha dunque coperto il fabbisogno delle scuole sannite: né assunto dalle graduatorie degli ultimi concorsi, né consentito il rientro dei D.S. campani sparsi fuori regione, attribuendo l’8 % cioè la più bassa percentuale possibile nella copertura dei posti liberi percentuale che poteva estendersi fino al 30%. A questo si aggiunga anche l’ultimo dato sulla mancata attribuzione dei DSGA: IC Moiano, I.C. Pietrelcina, I.C. Limatola e l’IIS Diana di Morcone, pur dimensionati non hanno avuto attribuito il DSGA. Ancora una volta (e se si ritorna a 400-600?) alcune di queste scuole non avranno i numeri per vedersi attribuire le figure apicali: da 6 scuole che avrebbero potuto accogliere gli idonei dell’ultimo concorso siamo ad oggi con 4 scuole scoperte. Neanche presa in considerazione la proposta di affidare la reggenza ad un DS in pensione: stessa spesa ma a tempo pieno in quella scuola. Coloro che vivono la Scuola nel quotidiano e quanti hanno a cuore le sorti di una scuola del territorio potranno cogliere appieno la portata effettiva di tali determinazioni. La differenza tra un D.S. o un DSGA in pianta stabile e uno in reggenza, che passa un paio di volte a settimana, non è sottile e segna le sorti non solo della singola Istituzione Scolastica ma dell’intera Comunità in cui essa opera.” E’ quanto scrivono Evelina VIELE e Vincenzo Delli Veneri della Cgil.

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