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Pari Opportunità: Sostegno Vittime di reato. Il diritto di essere padri

Di seguito l’intervento dell’avv.Mariacarmela Fucci  Pari Opportunità alla Provincia di Benevento e Referente provinciale Osservatorio Nazionale Sostegno Vittime di reato su: “Il diritto di essere padri”

All’improvviso un grido di aiuto, disperato.

“Gentilissima collega, vorrei sottooporre un mio caso personale di tragedia familiare: con 4 figli sono vittima di violenza, in una situazione allucinante e davvero complessa. Sono alla disperazione”.

Lui, un avvocato proprio come me, che ben dovrebbe conoscere le dinamiche processuali.

E invece no, la violenza e il senso di impotenza restano tali anche se calchi le aule di giuszia ogni giorno. E diventa ancor più esasperante quando conosci i mezzi che la legge  mette a disposizione ma sai che nessuno, comunque, tutelerà mai il tuo diritto ad essere padre. E’ sempre più aberrante assistere, nelle aule di giuszia, a provvedimen monogenitoriali, sempre e comunque tesi a ritenere che i figli siano delle madri.

La Legge sull’affido condiviso parla di “rapporto equilibrato e continuativo del minore con entrambi i genitori”.

E invece, di fatto, al padre che vuole essere tale sono concessi un paio di giorni a settimana da poter trascorrere con i propri figli.

Ma, se ciò non bastasse, il mantenimento diretto genera rendite delle quali il padre non ha alcun diritto di conoscerne il reale utilizzo, gestite in totale autonomia dalla madre e non sempre nell’interesse della prole.

I padri in un solo attimo perdono i loro affetti più cari e tutto quanto possiedono in nome di una prassi che vuole che i figli siano affidati alle madri, sempre brave e attente a prescindere.

Voi, cari padri, impegnatevi per dimostrare di esserlo!

Perché la sindrome di alienazione parentale è legata sempre di più ad una madre matrigna?

I figli vengono spesso esclusi dalla vita dei padri, vengono manipolati e divengono depositari di numerose e gravi menzogne ai danni della figura maschile di riferimento.

Non è pari dignità quella di un figlio che viene collocato a prescindere presso la madre, senza valutare la fattispecie concreta.

Pari opportunità sì ma solo se sei madre perché, per una subcultura che regna sovrana, solo la madre è sinonimo di famiglia.

La legge sull’affido condiviso è ricca di buoni propositi che, però, nella realtà non trovano alcun riscontro.

Ho incontrato madri che hanno indotto i figli a dichiarare il falso sui propri padri circa abusi e violenze subite, pur di privarli della paternità.

E noi avvocati, sempre più spesso, siamo vittime, come i padri, di menzogne ben costruite per  favorire un affidamento formalmente condiviso ma sostanzialmente esclusivo.

Ma bisogna considerare il bene primario e assoluto dei minori, anche contro la volontà dei nostri clienti.

E i giudici, dal canto loro,dovrebbero approfondire le dinamiche familiari e di relazione e considerare che i figli potrebbero stare bene anche con i propri padri, con diritto di visita per la madre.

Pari tempo per entrambi i genitori.

I bimbi sono estremamente adattabili.

E’ all’assenza forzata e alla privazione indotta di un affetto che non ci si può adattare. La legge dovrebbe intervenire e colmare questo vuoto normativo per evitare che i padri siano relegati a semplici spettatori della vita dei propri figli.

Il divorzio non è un investimento per il futuro.

E’ l’inizio di un nuovo percorso ove ognuno ha diritto di continuare a vivere, restando legato saldamente ai propri affetti.

Un padre deve poter fare il padre.