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8 marzo: il Gruppo De Vizia Sanità contro la violenza sulla donna

08/03/2021
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“Creare attenzione è aiutare a ricordare. Ricordare è sapere a chi chiedere aiuto”

“Per la giornata internazionale della Donna, l’8 marzo, la Casa di Cura Gepos non vuole guardare al passato né a un futuro da migliorare. Vuole essere il presente, il qui e l’ora, delle tante, troppe vittime di violenza. Lo fa come è in grado e capace di fare: offrendo assistenza sanitaria e supporto a tutte coloro che si trovino nelle condizioni di averne bisogno perché perseguitate, nella carne e nello spirito. Quest’opera, che l’artista Vanessa Ruggiero ci ha concesso d’esporre, rendendocene fieri, vuole essere un segnale, una fiamma accesa per chi avesse bisogno di ritrovare il cammino, sano e sicuro – queste le prime parole del direttore della clinica telesina, la dottoressa Marcella De Vizia”.

“La violenza contro le donne rappresenta un problema di sanità pubblica, oltre che una violazione dei diritti umani – ha spiegato il presidente del Gruppo De Vizia Sanità, il dottor Antonio De Vizia -. Essa ha effetti negativi a breve e a lungo termine, sulla salute fisica, mentale e riproduttiva della vittima. Nel mondo la violenza contro le donne interessa 1 su 3. Secondo il Rapporto Istat 2018 sulle vittime di omicidi, il 54,9% sono commessi da un partner o ex partner, il 24,8% da parenti, nell’1,5% dei casi da un’altra persona che la vittima conosceva (amici, colleghi). In Italia la percentuale di donne vittime di una qualche forma di violenza è del 31,5%. Il nostro sistema sanitario mette a disposizione di tutte una rete di servizi, ospedalieri e ambulatoriali, socio-sanitari e socio-assistenziali al fine di assicurare un modello integrato di intervento. Uno dei luoghi in cui più frequentemente è possibile intercettare la vittima è il Pronto Soccorso. Garantendo noi della Gepos un servizio, come casa di cura privata accreditata, di Prima Assistenza, un Soccorso sanitario territoriale di emergenza, veniamo a contatto con la realtà di chi soffre e non sa di poter sottrarsi alla violenza o ne ha timore, paralizzante”.

“La pandemia da Covid-19 ha drammaticamente influito sul numero di casi – ha poi specificato la dottoressa Marcella De Vizia -. Nel periodo compreso tra marzo e giugno 2020 il numero delle chiamate sia telefoniche sia via chat al numero antiviolenza 1522, secondo i dati Istat, è più che raddoppiato rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (+119,6%). Abbiamo così deciso, in occasione dell’8 marzo, di dare un chiaro segnale alla Comunità: noi siamo qui, pronti a prestare cure e aiuto. L’esposizione artistica all’ingresso della clinica, quell’uomo che abbraccia di spalle una donna mentre della vernice rossa, il sangue della violenza, scorre sulle spalle di lei, ha creato un forte impatto. Le persone, uomini e donne, nel passare si sono soffermati, alcuni ne hanno chiesto il perché. Creare attenzione è aiutare a ricordare. Ricordare è sapere a chi chiedere aiuto”.

E’ l’autrice dell’opera Vanessa Ruggiero ad annuire vistosamente col capo su tale punto: “Non si tratta solo di proporre un’immagine. L’opera è itinerante, viene esposta in momenti diversi, in luoghi diversi. E’ un messaggio e come tale pretende una diffusione, perché l’arte fonda le sue radici nella sfera sociale. Le persone, osservandola, potrebbero mutare pensiero e di conseguenza vita. Combattere la violenza di genere attraverso l’esortazione ‘denuncia’ può dare speranza. I soggetti sono nudi, di spalle, volevo evitare giudizi e pregiudizi. Anche i colori sono stati eliminati tranne il più indicativo, il rosso del sangue. Nella immagine non c’è etnia, stato sociale, classe. Gli abiti che indossiamo dicono di noi, non volevo alcun elemento che distogliesse l’attenzione.

L’opera lascerà la Casa di Cura nei giorni a venire per essere esposta altrove. La clinica Gepos, invece, col personale tutto, entusiasta dell’apporto chiamato a dare, rimarrà a disposizione di chiunque abbia bisogno d’aiuto.

L’artista Vanessa Ruggiero, ha frequentato la Scuola d’Arte di Giò Battipaglia. Si definisce autodidatta e artigiana. Una delle sue opere, vincitrice d’un concorso d’arti visive, è stata esposta in una mostra a Porto.

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