Immediatamente nel post partita, se di partita si può parlare rispetto allo spettacolo andando in scena al Ciro Vigorito ieri sera da parte della squadra giallorossa, chiedemmo al mister, Pippo Inzaghi, se fosse vera l’impressione avuta, che il problema della squadra fosse più nella testa e che quindi occorreva una iniezione di fiducia, a calciatori che ieri avevano giocato senza bussola. La risposta di Inzaghi però è stata questa: “Non ci sono problemi mentali, altrimenti non avremmo visto la prestazione di Verona. Mi auguro che non succeda più perché la squadra ci ha abituati in altro modo.”
In pratica è stato come chiedere cosa hai mangiato oggi e ricevere, come risposta, quello che si è mangiato sabato scorso. Ma sabato scorso non è che poi si è brillati molto, anche prima che la squadra spegnesse la luce, per poi non accenderla più, nemmeno dopo che il Presidente, bontà sua e probabilmente sbagliando, revocò il ritiro sicuramente dietro assicurazione della squadra che avrebbe fatto il proprio dovere. Così non è stato e la difesa d’ufficio del mister sembra la classica risposta del proverbio napoletano che recita “ACQUAIUO’, L’ACQUA È FRESCA?… MANCO ‘A NEVE!”.
Occorre sfruttare la sosta che il campionato impone per riannodare i fili di una stagione che iniziata come meglio non poteva, anche se non tutta farina del proprio sacco, sta già pericolosamente imboccando una strada sbagliata che, in un campionato duro come quello della serie A, diventa poi difficile da abbandonare. E’ inutile dire che siamo all’inizio e che di partite ce ne sono tante, è solo un modo per illudersi, perchè chi ben comincia è a metà dell’opera.
Di errori ne sono stati commessi tanti un pò da tutti, forse il primato solitario dello scorso anno ha montato la testa a molte persone. Se si pone rimedio ora, sarà ancora possibile continuare a vivere il sogno ma bisogna abbandonare le supponenze, dimenticare il passato, calarsi con umiltà nei panni di una neo promossa che ha fatto una campagna acquisti deficitaria ed incompleta, ed avere il coraggio di cambiare mostrando di avere gli attributi i quali nello sport non vivono di rendita. A buon intenditor poche parole.