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Campoli è futuro:”Turismo che non c’è..ma potrebbe esserci!”

10/09/2020
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“Nei giorni scorsi la Provincia di Benevento ha diramato, nello specifico, il numero di turisti che, nel mese di agosto, hanno fatto meta nei punti di maggiore riferimento storico della Città Capoluogo: 2.037 i visitatori del “Museo del Sannio”; 503 presso bookshop e sezione sarcofagi; 1.044 al Museo Arcos; 486 al complesso monumentale di Sant’Ilario a Port’Aurea; 70 presso la Biblioteca provinciale. Nel totale parliamo di 4.140 persone che si sono mosse a Benevento anche e soprattutto iniettando liquidità nell’economia locale.

Inoltre, grazie ad una rete di interesse che coinvolge diversi paesi del Sannio, da definire lungimiranti perchè stanno puntando sul turismo rurale, questi visitatori si sono potuti muovere nel territorio conoscendo ulteriormente le bellezze paesaggistiche, lasciandosi conquistare dalle prelibate eccellenze che la nostra ultrasecolare tradizione contadina è riuscita a dare alla luce.

Torrecuso, Foglianise, Vitulano, Cusano Mutri, San Marco dei Cavoti, Pietraroja, Campolattaro, Guardia Sanframondi, Telese Terme, Montesarchio, Pietrelcina, Pesco Sannita, Solopaca, Castelvenere, Sant’Agata de’ Goti, Cerreto Sannita … solo per citarne alcuni. Sono stati tutti questi i centri interessati da una singolare ed importante filiera turistica che ha lo scopo proprio di riscoprire la valenza dei prodotti locali, la magnificenza dei luoghi e delle radici storiche di un “…Sannio da Scoprire”.

Nulla di tutto questo ha interessato la nostra Campoli. Il solo flusso turistico è grazie all’impegno delle associazioni che operano con grande impegno e dedizione, dalle quali l’amministrazione è totalmente “slegata”.

Eppure noi siamo una “Città del Vino”, dalle cui assemblee regionali e nazionali siamo assenti negli ultimi cinque anni (anche questo dovrebbero spiegare, magari rispondendo a queste semplici domande: chi è il delegato amministrativo a Città del Vino? Cosa ha prodotto in cinque anni?). Il sindaco Grasso non ci venga a parlare di aver aderito al “Sannio Falaghina – Capitale Europea del Vino 2019” perché starebbe affermando una bufala grossolana. Campoli ha seguito a ruota, facendo da spalla, ma i benefici del progetto sono stati dei cinque che lo hanno creato: Guardia Sanframondi, Castelvenere, Sant’Agata de’ Goti, Solopaca e Torrecuso. Anzi rimproveriamo l’amministrazione per non essere rientrata nel “cerchio magico” che ha fatto nascere dal nulla questa importante sfida internazionale. Eppure noi siamo il paese della rassegna enogastronomica “Calici di Stelle”, siamo il territorio che ha avuto l’onore ed il privilegio di dare alla luce il rinomato Bue Apis. Noi siamo la vera terra dell’Aglianico e della Falaghina, perché noi siamo i soli a riportare nel nostro nome il Taburno, vero cuore di quella intuizione che ha condotto la provincia sul palcoscenico Europeo.

Portare nel mese di agosto almeno il 10% di quei 4.140 turisti, non una impresa impossibile avrebbe:

  • dato la possibilità ai nostri ristoratori di ritrovarsi i locali pieni

  • consentito ai nostri negozi di avere clientela inaspettata

  • permesso alle strutture ricettive di ospitarle per il pernottamento

  • concesso ai nostri bar di vendere caffè e cornetti, patatine e gelati.

Insomma, AVREBBE PORTATO ECONOMIA nel paese dando una speranza alle nostre numerose aziende agricole, ai nostri due frantoi, alle nostre cantine, ai nostri panifici.

Queste sono, caro sindaco Grasso, le politiche che ci piacciono e che servirebbero per far decollare quella brillante idea, non sua, del DeCO (Denominazione Comunale di Origine). Questo significa “costruire alla luce del sole”. Magari anche aderendo all’Associazione Nazionale delle “Città dell’Olio”, altro trampolino che, se ben sfruttato darebbe lustro al nostro prodotto.

Il resto è fuffa, aria fritta che si “vende” in campagna elettorale per cercare di prendere in giro ed illudere ancora una volta la gente.

MA IL TEMPO DEGLI IMBONITORI È FINITO!”

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