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Ines De Leucio, nel ricordo di mio padre l’ultima opera “Amore Cosmico”

Intervista  del  giornalista Alberto De Rogatis all’ artista Ines De Leucio con la richiesta di pubblicarla. Molti talenti sono più conosciuti altrove che nei luoghi delle loro origini come succede a Ines De Leucio, artista Sannita   le cui  opere d’arte sono tanto apprezzate in altre città sia  italiane che australiane dove ha trovato miglior fortuna e molto meno nei luoghi natii. La sua è una testimonianza toccante della drammaticità della pandemia e di quanto siano importanti l’ arte e la bellezza per superare i momenti più difficili.

Un’emergenza sanitaria a livello mondiale ci ha visto tre mesi costretti nelle nostre case, un lungo periodo di quarantena che ci ha abituato ad una nuova vita, con stili completamente diversi. Eppure c’è qualcosa di vitale importanza, per chi la coltiva da sempre dentro di sè, senza della quale davvero vivrebbe menomato: è l’arte. Ed è il caso dell’artista Ines De Leucio, eclettica pittrice italo-australiana che dopo una lunga permanenza nella terra d’origine, quella fantastica e misteriosa degli aborigeni, è tornata da pochi anni in Campania, nel borgo medievale di Terranova Fossaceca, al confine tra l’Irpinia e il Sannio, dove trascorre le sue giornate nell’atelier creativo ricco di opere e di emozioni. La raggiungiamo telefonicamente per un sincero e amicale colloquio, a distanza di pochi giorni da una drammatica perdita, il caro papà Francesco De Leucio, uomo perbene e grande lavoratore che ha lasciato un profondo ricordo tra i propri cari e nelle tante persone che hanno avuto la fortuna di conoscerlo e apprezzarne le straordinarie doti umane. “Purtroppo perdere mio padre è stato per tutti noi un grave dramma nel dramma e nella grande incertezza della pandemia; tuttora siamo molto affranti in famiglia, seppur consapevoli che bisogna rimboccarsi le maniche e proseguire con determinazione come avrebbe desiderato papà – ci confida Ines. Nella mia quotidianità un raggio di sole c’è sempre, è il mio amore per l’arte, fonte di ispirazione e di energia vitale. Nel ricordo di mio padre sto ultimando una serie di disegni che mi aiutano a superare il mio dolore interiore. Sono molto fiduciosa nel significato di queste opere che meritano attenzione e hanno già avuto il plauso di alcuni esperti. Dopo la morte del killer pandemico voglio organizzare una performance con questi disegni, la dedicherò al mio papà, con i suoni e con le pulsazioni dei cuori che battono per sensibilizzare i visitatori – continua con voce viva e coinvolgente la De Leucio – perchè la nostra unica madre è questo piccolo pianeta, pieno di risorse e amore.”
Da queste parole esce fuori tutto il carattere dell’artista, ancora ferito ma determinato, guidato dalla sua arte irrefrenabile e indomabile che l’ha fatta conoscere e apprezzare nei palcoscenici nazionali ed anche in Australia, dove espose nel 2017 le sue opere alla Gleneng Art Gallery di Adelaide. Ed uno di questi disegni, forse il più significativo dal titolo “Amore Cosmico”, ha suscitato ammirazione ed interesse anche nella sensibilità di Francesco Bonanni, noto esperto di arte e fotografia, che così commenta l’arte di De Leucio: ” Ho visto il quadro di Ines e ne sono rimasto mirabilmente affascinato. La sua opera la definirei senz’altro “Scrittura di luce” in quanto consiste in una geniale ed elevata transfigurazione del concetto stesso di “Fotografia”, nel suo più nobile e genuino significato etimologico. Fotografia, infatti, è un termine composto da due parole greche: photos=luce e graphia=scrittura. Con la grande differenza, però, che in questo caso non si tratta più di una mera automatica riproduzione di un’ immagine, tramite un più o meno sofisticato apparecchio meccanico, bensì di una profonda ed acuta introspezione di una immaginifica realtà filtrata attraverso una particolare e raffinata sensibilità artistica. Ebbene i suoi segni sono dei veri e propri vettori di luce che nell’opera acquistano un significato che vanno oltre la semplice scrittura, in quanto definiscono in modo marcato sprazzi di luce.”