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Coronavirus. Cruciali le prossime due settimane

23/03/2020
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Dalla Sala Consiliare del Comune di Benevento, il Sindaco Mastella, in collegamento Skype con il Prefetto Cappetta, il direttore generale dell’ ospedale San Pio, Mario Ferrante e il direttore Asl, Gennaro Volpe, ha tenuto una conferenza stampa per parlare della situazione legata al Covid- 19, chiarendo anche alcuni aspetti legati al nosocomio San Pio.

servizio Claudio Donato

 

Ha detto Mastella: “ Questo incontro è stato fatto anche a seguito di una serie di notizie fake. Mi scrivono, che succede al San Pio? In Italia quasi 5000, tra medici e infermieri, sono afflitti da questi mali. Alcuni sono anche morti. E’ ovvio che il contagio può capitare, ma portarlo alla ribalta in maniera impropria, come ha fatto qualcuno, non è corretto. L’esercito l’ho chiesto, ma va in zone dove ci sono migliaia di morti. Tutti ritengono che si possa produrre un picco da qui a domenica. E’ questo è il momento di stare allerta. Stiamo in casa e uscite solo per emergenze particolari, Capisco i disagi. Io devo badare alla mia città e alla mia comunità. Voglio ringraziare chi sta girando per evitare la salita dei prezzi nei negozi. Chiedo alle ditte di Benevento, ma non solo, di fare utilizzare i guanti o l’amuchina perché bisogna andare avanti in questo modo”.

“Ringrazio il sindaco per il suo impegno –ha poi affermato  il prefetto Cappetta. E’ sotto gli occhi di tutti il massimo dispiegamento di forze dell’ordine sul territorio. Devo dire che progressivamente si è registrata una presenza di persone minore  sul territorio. Quindi, l’attività funziona. Le persone hanno recepito la situazione, almeno qui a Benevento. ed hanno capito la serietà. Ieri sono entrate in vigore alcune disposizioni che hanno ristretto la circolazione delle persone sul territorio e noi ci stiamo adeguando. Poi ci sono delle ordinanze del presidente della Regione Campania, che vanno ad integrare queste disposizioni. Abbiamo organizzato un controllo del territorio, finalizzato al controllo degli accessi alla stazione ferroviaria. Anche questi provvedimenti daranno i frutti sperati. Stamattina ho avuto due incontri telematici con le forze di Polizia, i direttori qui presenti, i Vigili del Fuoco, il Comune e la Provincia. E’ stata una riunione importante. Per quanto riguarda le disposizioni relative alla chiusura delle attività, nel Dpcm sono previste delle deroghe per zone che rientrano nella filiera dell’attività produttiva. Le aziende interessate dovranno compilare un modello da mandare in prefettura, dopodichè faremo delle verifiche per riscontare se le attività svolte dalle impresse rientrano in certe norme. Proseguiranno i controlli sul territorio, tenendo conto delle segnalazioni del sindaco. Si comincia, forse, a vedere una inversione di tendenza. Sono i cittadini quelli che dovranno svolgere la parte più imporante di questo compito, restando in casa e uscire solo per le incombenze necessarie”.

“Devo dire che in grande sinergia, tutti gli attori principali hanno colto al volo quello che ha voluto il Prefetto. Sono state concordate una serie di modalità operative” afferma il direttore dell’Asl, Volpe.

“Altra cosa importante è far sapere tutti i giorni quali sono i positivi presenti nella provincia di Benevento. La situazione odierna ha 13 positivi e quindi il primo dato è proprio il numero basso di pazienti positivi. La seconda considerazione da fare è che al momento non ci sono focolai. Vorrei anche sottolineare i rapporti con la stampa, che sono gestiti con una serie di telefonate, tenendo sempre presente la privacy. Per quanto riguarda invece  i rapporti con la comunità, quando c’è un positivo telefono direttamente ai sindaci. Questo rapporto diretto mi fa piacere anche se è un lavoro grande. Tutti stanno lavorando nell’interesse della comunità. L’Asl, da subito, ha stabilito una serie di procedure per garantire l’assistenza specialistica. Siamo riusciti a dare delle mascherine a tutti i pediatri. Il grosso lavoro riguarda la prevenzione, si lavora 16-18 ore al giorno per tenere sotto controllo tutto quello che succede nella nostra provincia. Grazie a questo lavoro si vedono i primi risultati. Al momento abbiamo più di 500 persone che controlliamo presso le proprie abitazioni. Tenere a casa le persone è importante. Un altro lavoro grosso riguarda le ambulanze che viaggiano costantemente. I nostri operatori stanno facendo un grande lavoro e sono veramente soddisfatto. Il problema che stiamo avendo riguarda i dispositivi di protezione individuale, ma in settimana dovrebbero iniziare ad arrivare in maniera costante. I tamponi vengono fatti ai soggetti sintomatici che hanno avuto contatto diretto con un paziente Covid positivo. Se la linea si dovesse modificare siamo disposti a cambiarla. Per quanto concerne le comunità è importante attivare gli ospedali di Cerreto e San Bartolomeo in galdo per decongestionare gli altri. E importante attivare le unità speciali assistenziali che potranno andare a casa delle persone positive e assisterle a domicilio. Parliamo, logicamente di persone che non hanno bisogno di ricovero. Stiamo lavorando bene, continuiamo con questo lavoro perchè ci aspettano due settimane veramente dure. Mi auguro che non ci siano polemiche inutili da parte di qualche associazione. Noi lavoriamo ininterrottamente. Lavoriamo insieme e compatti”.

Il direttore del San Pio, Ferrante, è intervenuto dicendo  che: “ In questi giorni ci sono state delle polemiche per diverse situazioni. Ringrazio la collaborazione di tante persone. Stiamo ricevendo diverse donazioni che dimostrano una solidarietà che commuove. Dopo la seconda guerra mondiale, questo, forse, è l’elemento più grave. Ringrazio anche le testate giornalistiche ma evitiamo strumentalizzazioni perchè dobbiamo essere uniti per non creare panico alla popolazione

Abbiamo trattato 69 casi Covid. Di questi 69 casi 16 sono accertati. Ad oggi ne sono 14. Uno è guarito e l’altro è deceduto. Per quanto riguarda il personale dell’azienda abbiamo casi di personale che ha avuto dei contagi. Due del personale medico e 5 del comparto. Sul personale medico, lo 0,68% ha avuto questa positività. Sul personale infermieristico c’è lo 0,84 % di positività. I posti di rianimazione Covid dedicati a disposizione sono sei. Otto sono di pneumologia sub-intensiva e 21 di malattia infettiva. Per in totale di 35 posti. Nei prossimi giorni riusciremo ad arrivare a 64 posti nel padiglione dedicato al Covid. Abbiamo avuto 14 respiratori per l’attività sub intensiva, un ventilatore polmonare per adulti e uno per neonatali. Abbiamo preso il bio -contenitore per il trasporto del paziente Covid sia all’interno dell’ospedale che fuori. Abbiamo ecografi, ma la cosa più importante è un sistema di sanificazione robotizzato che impiega 5 minuti per sanificare l’ambiente contagiato. Per i dispositivi ci eravamo attrezzati già prima dell’emergenza Covid. Ad oggi abbiamo dato 6695 unità di mascherine professionali. Abbiamo anche detto di usarle con parsimonia. Sono state date 1615 mascherine ffp3, 45250 mascherine chirurgiche a tutte le unità operative. Circa 545000 guanti certificati alle varie unità. 164 visiere di protezione e 68 occhiali di protezione. 415 tute di protezione e 2150 camici monouso. Come dispositivi mi sembra che ci siamo attrezzati per la guerra e non per il Covid. Per il personale abbiamo fatto richiesta sfruttando il dpcm per 18 infermieri , 6 operatori socio sanitari, 6 anestesisti, 3 pneumologi 3 infettivologi, 3 medici di accettazione, 3 internisti e 3 cardiologi. Verranno immessi 23 operatori socio sanitari e 3 dirigenti medici.

Capitolo tamponi. Già in prima battuta, prima della crisi Covid, sono stati fatti 126 tamponi che, secondo i protocolli, potevano essere non fatti. Nonostante questo ho chiesto di farli lavorare. Ci hanno detto che li avrebbero lavorati in progress. Di 102 già abbiamo avuto risposte che per privacy non possiamo mandare alle associazioni. Li abbiamo dati a chi di dovere. Di tutti questi ne restano 24, ma dopo 15 giorni, se non si sono ammalati, non ci sarebbe neanche più bisogno di farli. Nonostante questo, io glieli voglio ripetere. Abbiamo preso l’analizzatore per renderci autonomi e questo significa che stiamo lavorando per il bene comune. Per la sicurezza, un report di un sindacato nazionale ci ha catalogato tra i migliori. Se creiamo panico non va bene, dobbiamo essere tutti uniti. Non bisogna gettare panico gratuitamente. La nostra provincia è tra le più attive d’Italia. Anche quando mi fanno attacchi gratuiti io ci passo sopra. La politica non si fa con la salute. Chi vuole diventare popolare non deve creare panico e procurato allarme perché danneggia anche la nostra azienda ospedaliera”

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