PAGO VEIANO – Tantissime le tematiche che attanagliano la ridente cittadina del pre- Fortore. De Girolamo: “il nostro paese sta morendo. Si è persa la speranza e la voglia di lottare”
di Lino Santillo
Le problematiche che attanagliano ogni realtà del Sud sono sotto gli occhi di tutti. Una situazione davvero paradossale che investe ogni fascia d’età in particolare i giovani e anche tantissimi laureati il più delle volte costretti a svolgere un lavoro diverso da quello del titolo accademico. Il tutto con palese disagio, sfiducia, delusione e frustrazione. Intanto, a portare alla luce tale situazione davvero poco piacevole è un cittadino di Pago Veiano e precisamente Claudio De Girolamo con una lettera aperta ai propri concittadini.
“Il nostro paese sta morendo. La popolazione è sempre di meno e l’età media sempre più alta. I giovani che trovano opportunità lavorative al Nord o all’estero vanno via, quelli che restano sopravvivono, sfiduciati e delusi.
Le attività commerciali chiudono una dopo l’altra. Sono decenni ormai che siamo stati abbandonati al nostro destino, nella completa indifferenza delle istituzioni e dello stato.
Di tutto si parla negli ambienti “politici” fuorché dei reali problemi della gente, in primis il lavoro, la qualità dei servizi peggiora sempre più. Il problema più grave, però, è questa sorta di rassegnazione che pervade la nostra comunità, come se oramai non ci fosse più niente da fare, tutto fosse perduto . Si è persa la speranza e la voglia di lottare – rimarca Claudio De Girolamo – per cambiare il corso delle cose; sembra di vivere una lenta agonia che precede, inevitabilmente, la fine di tutto.
Cari concittadini, donne e uomini, giovani e meno giovani : prima che sia troppo tardi bisogna reagire.
Rimbocchiamoci le maniche e scrolliamoci di dosso questa patina di rassegnazione!
Riprendiamoci il futuro, facciamolo per noi e per le generazioni che verranno.
Torniamo a discutere tra di noi dei nostri problemi, cerchiamo insieme la strada per uscirne fuori, riprendiamo il dialogo e il confronto, non aspettiamo che i soliti furbetti di turno, privi di capacità, competenze e sensibilità, ci raggirino con le loro chiacchiere inutili e dannose e che poi tutto resti come prima, anzi peggio.
Ritorniamo a essere cittadini della nostra comunità, – termina Carmine De Girolamo – creiamo momenti di incontro e di discussione in piazza, in pubblico e in privato, nei pubblici locali e nelle nostre case, in famiglia e con gli amici. Non rassegniamoci”.
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