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M5S. Il Regolamento sui referendum approvato dal Comune di Benevento

13/11/2019
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E’ stato finalmente approvato in Consiglio Comunale il regolamento che disciplina i referendum consultivi, scrivono i rappresentanti del M5S.

 

La notizia, continua la nota,  passata quasi in sordina, rappresenta per molti e soprattutto per noi l’atto politico più importante varato negli ultimi anni dall’organo di governo cittadino. Probabilmente, l’unico pienamente condivisibile dell’attuale Amministrazione. In poche pagine (16 articoli) sono stabilite modalità di raccolta firme, procedure di autorizzazione, tempi e competenze per dare piena attuazione agli istituti di partecipazione; istituti in realtà già presenti nello statuto comunale ma inattuabili, proprio perché non regolamentati. In tanti, da anni, chiedevano di “completare” e rendere effettivo questo strumento di partecipazione e noi del Movimento 5 Stelle e del Meetup Grilli Sanniti non ci siamo mai rassegnati: abbiamo raccolto firme ai gazebo, inviato istanze, sollecitato consiglieri e presidenti dell’assise cittadina, chiesto e ottenuto l’intervento della Prefettura e dei parlamentari…ma tutto è rimasto fermo fino ad oggi. Per una serie di motivi, poi, i tempi si sono ulteriormente allungati, ma alla fine si è giunti all’approvazione, e decisive sono state la caparbietà e la tenacia di portavoce, attivisti e comitati. Poco importa la lunga attesa rispetto al fondamentale passo in avanti: non si tratta, infatti, di un semplice provvedimento di routine o da addetti ai lavori…il coinvolgimento diretto dei cittadini nelle scelte dell’Amministrazione è da oggi più facile. Gli istituti di partecipazione, compreso il referendum comunale, sono contemplati e promossi dalla Costituzione e da ogni singolo statuto di Ente pubblico, in quanto mezzo per migliorare “la tutela degli interessi della comunità cittadina” (statuto comunale di Benevento). Previsti ed utilizzati da sempre, negli ultimi anni sono stati applicati sempre più frequentemente a problematiche di rilievo, soprattutto nelle regioni del Nord. In Svizzera, da anni, riguardo le grandi opere e le decisioni che gravano sulle comunità locali, i cittadini sono puntualmente invitati ad esprimersi. In Trentino, tramite referendum, si è decisa la riutilizzazione e la nuova destinazione di un’area ex industriale e tra qualche giorno si terrà a Bolzano una consultazione sull’introduzione di tram in città, solo per fare qualche esempio. Alcuni comuni hanno iniziato a sperimentare questo metodo anche riguardo la fruizione di spazi pubblici e progetti vari. La crisi della democrazia rappresentativa è ormai evidente e i partiti, appiattiti sulla mera ricerca del consenso di un pubblico, anziché della mobilitazione e della condivisione consapevole di una comunità, non sono più in grado di dare realmente espressione al popolo sovrano. In questo contesto, un’attivazione più matura e cosciente dei singoli può e deve dare nuova linfa alla democrazia. Avremo a breve una prima prova a tutela di un bene comune tra i più importanti: i beneventani, infatti, dovranno pronunciarsi sull’acqua pubblica. In particolare verrà chiesto se questa risorsa dovrà essere gestita totalmente da istituti pubblici o se, in forme diverse, potrà essere privatizzata e pertanto entrare tra i beni di mercato. Tutti noi saremo chiamati a riflettere e decidere prima di esprimere il voto. La partecipazione attiva richiede necessariamente maggiore attenzione e responsabilità, ma solo se ognuno fa la sua parte la politica diventerà automaticamente servizio alla collettività. Gli strumenti di democrazia diretta sono l’inizio di un percorso culturale ineludibile. Pur essendo già di per sé una conquista, poiché certamente saranno un deterrente per un decisionismo “facile” e calato dall’alto e argine ad un potere spesso percepito come estraneo e insondabile, essi comporteranno anche inevitabilmente l’onere dell’impegno civico: Il cittadino chiamato alle sue responsabilità di critica e di vaglio verso chi amministra i beni comuni, a prendere posizione esercitando così la sua influenza. Non ci si può più limitare al meccanico rituale del voto al meno peggio. Restare sull’albero, come cantava Gaber, non risolve molto: solo il coinvolgimento attivo di ognuno rende davvero liberi di contribuire a plasmare il presente secondo le nostre reali esigenze. Buona (autentica) democrazia a tutti noi e grazie ai componenti del Consiglio Comunale che hanno finalmente reso possibile un primo importante risveglio alla nostra amata, sonnolenta città.
Di questo ed altro il Meetup ne parlerà Venerdì 15 novembre alle ore 19,00 presso la sede di Via Francesco Paga, 63.

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