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Cosiddetto Codice Rosso, Uil: “farsi parte attiva, affinché ogni episodio non sia banalizzato”

24/07/2019
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La Uil Avellino/Benevento rende noto che nel pomeriggio di oggi vi è stato il via libera definitivo del Senato al disegno di legge sulla tutela delle vittime di violenza domestica e di genere, il cosiddetto Codice rosso. Il provvedimento, che ha incassato l’ok definitivo del Parlamento, e che con la pubblicazione in Gazzetta ufficiale sarà quindi legge, ha ottenuto 197 sì e 47 astenuti. Tra gli astenuti Leu e Pd.

Il testo è stato oggetto di audizione in data 11 luglio scorso; in quell’occasione la UIL presentò un documento nel quale venivano esposte perplessità e criticità su cui si chiedevano ulteriori riflessioni, purtroppo rimaste senza riscontro nel testo approvato. Pur condividendo il percorso di identificazione dei nuovi reati (“revenge porn”, “matrimoni forzati”, “lesioni permanenti del viso”, ecc…), come Uil ribadiamo convintamente che il testo continua a non tener conto delle difficoltà che si incontrano dopo aver subìto violenza: a volte ci vogliono mesi solo per riprendere a guardarsi allo specchio. Ci preoccupano i “tre giorni” imposti per la denuncia. La donna così viene esposta a molti pericoli inerenti la sua incolumità. Denunciare per una donna non è un percorso facile, e imporre i tre giorni per l’ascolto significa lasciarla sola in balia del suo aguzzino, e quest’ultimo con poche ore a disposizione potrebbe arrivare a commettere il femminicidio molto più facilmente. Questo si che sarebbe un deterrente per le donne a fare la denuncia. Ma soprattutto preoccupa l’approccio alle tematiche, che continua a essere impostato sulle sanzioni continuando a non affrontare la violenza come effetto devastante di consuetudini culturali sbagliate e insufficiente formazione di quegli operatori pubblici che per primi si trovano a gestire l’interazione con le vittime (operatori di pronto soccorso, forze dell’ordine, ecc…). L’assenza complessiva di fondi, tra cui anche quelli utilizzabili per la formazione, è un indice pesante dell’aspetto esclusivamente formale della norma, che agendo solo sulle sanzioni avrà probabilmente un impatto irrisorio sui comportamenti.

“Abbiamo assoluta certezza che quadri e iscritti alla UIL – osserva Fioravante Bosco (Uil Av/Bn) – facciano proprio l’invito che congiuntamente facciamo di farsi parte attiva, affinché ogni episodio non sia banalizzato, dentro come fuori i posti di lavoro, nelle famiglie come nelle strade, nei condomini come nelle scuole e in ogni dove. La violenza va ascoltata e tutelata, come prevede la convenzione di Istanbul; ma a volte anche una parola può contribuire a fare la differenza, a infondere quel coraggio di denunciare troppo spesso così difficile da trovare”.

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