La storia di Simone Di Crosta presso l’Ospedale “G. Rummo” di Benevento. A scrivere in redazione le figlie Lucia e Marinetta.
servizio Lino Santillo
Si parla tantissimo di mala sanità in tutta Italia, a volte ci sono anche delle eccellenze nei vari ospedali italiani per cui vale la pena portare all’attenzione dei cittadini e dell’intera collettività locale. Questa volta, è il caso di un episodio accaduto presso l’Ospedale “G. Rummo” di Benevento, dove diversi medici hanno curato un paziente e nello stesso tempo risolto un delicato problema. Per cui le due figlie intendono esprimere la dovuta riconoscenza a tutti coloro che sono intervenuti e operato con grande tempestività, professionalità e competenza. Nello specifico ci riferiamo a Simone Di Crosta, il quale nei giorni scorsi è stato ricoverato presso il “Rummo” di Benevento.
“Capita spesso – dichiarano le due figlie Lucia e Marinetta – sfogliando quotidiani locali come pure consultando siti internet, di leggere notizie inerenti l’Ospedale “Gaetano Rummo” di Benevento di malasanità, inefficienza e mai di positività e di interventi riusciti alla perfezione nel curare i vari pazienti. Intendiamo, far comprendere a tutti cosa sia avvenuto a nostro padre Simone, con alle spalle una storia di vera criticità ed emergenza. Il paziente rischia l’amputazione di un piede per problemi di occlusione vascolare. Ricoverato presso il reparto di chirurgia vascolare diretto dal Dr. Davide Razzano F.F. Primario, il paziente dopo essere stabilizzato, viene sottoposto, onde evitare il peggio ad esame angiografico. Direttore dell’U.O.C. Diagnostica e Radiologia interventistica è il Dr. Alfonso Bencivenga. Intervengono in collaborazione per detto esame angiografico il radiologo Dr. Emilio Soreca e il Dr. Davide Razzano. Durante procedura appare ai loro occhi un quadro a dir poco disastroso. Il paziente manifestava occlusione dell’arteria femorale superficiale per un tratto di 15 centimetri. Si temeva il peggio, eppure con mille difficoltà sono riusciti a ricanalizzare il caso mediante angioplastica e quindi, a ripristinare il flusso sanguigno. Il paziente ora sta bene e come figlie desideriamo manifestare immensa stima, infinita gratitudine per i risultati ottenuti. Grazie a tutti di vero cuore”.
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