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Nuova IMU, considerazioni della Uil

15/07/2019
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Oltre 25 milioni di proprietari di immobili diversi dall’abitazione principale (il 41% sono lavoratori dipendenti e pensionati) si sono presentati alla “cassa” per l’IMU/TASI. Con l’acconto del 17 giugno, infatti, sono stati versati 10,2 miliardi di euro per IMU/TASI: il conto totale, al saldo del prossimo dicembre, sarà di 20,5 miliardi di euro. È quanto emerge dal Rapporto IMU/TASI 2019 elaborato dal Servizio Politiche Territoriali della UIL.

Il costo medio complessivo dell’IMU/TASI su una “seconda casa”, ubicata in un capoluogo di provincia sarà di 1.070 euro medi (535 euro da versare con la rata di giugno) con punte di oltre 2 mila euro nelle grandi città. Prendendo in considerazione i costi dell’IMU/TASI sulle prime case cosiddette di lusso (abitazioni signorili, ville e castelli), sempre ubicate in un capoluogo di provincia, il costo medio sarà di 2.610 euro (1.305 euro con l’acconto), con punte di oltre 6 mila euro. A Benevento si pagheranno 2.021 euro (1.011 euro con l’acconto). Chi possiede una seconda pertinenza dell’abitazione principale della stessa categoria catastale (cantine, garage, posti auto, tettoie) dovrà versare l’IMU/TASI con l’aliquota delle seconde case, con un costo medio annuo di 56 euro (28 euro con l’acconto), con la punta dei 110 euro annui che si pagheranno a Roma. A Benevento mediamente si pagheranno 57 euro (29 euro per la cantina e 84 euro per un box-posto auto). La media dell’aliquota applicata per le seconde case tra IMU e TASI ammonta al 10,4 per mille e, in molti Comuni (480 municipi di cui 18 Città capoluogo) è stata confermata “l’addizionale TASI”, fino a un massimo dello 0,8 per mille, introdotta per finanziare negli scorsi anni le detrazioni per le abitazioni principali, così da portare in questi Comuni l’aliquota fino all’11,4 per mille. In oltre 200 Comuni, quest’anno, le aliquote sono state riviste al rialzo, tra cui 4 Città capoluogo (Torino, La Spezia, Pordenone e Avellino). In particolare, ad Avellino l’aliquota per le seconde case e altri immobili tra IMU/TASI sale dal 10,5 per mille al 10,6 per mille; a Torino si sono modificate alcune aliquote e, in particolare, l’aliquota sulle case affittate a canone concordato sale dal 5,75 per mille al 7,08 per mille, mentre, quella a canone libero, dal 8,6 per mille al 9,6 per mille; a La Spezia, sempre sulle case affittate a canone concordato, l’aliquota sale dal 4,6 per mille al 6 per mille; a Pordenone sui negozi sfitti l’aliquota sale al 10,6 per mille. Di segno opposto le scelte fatte a Firenze, Grosseto, Pavia, Lucca, Taranto, Biella, Vercelli dove le aliquote scendono. A Benevento confermato il 10,6 per mille. Secondo i risultati del rapporto, il costo maggiore in valore assoluto per una seconda casa a disposizione si registra a Roma con 2.064 euro medi; a Milano, invece, si pagheranno 2.040 euro medi; a Bologna 2.038 euro; a Genova 1.775 euro; a Torino 1.745 euro. Valori più “contenuti”, invece, ad Asti con un costo medio di 580 euro; a Gorizia con 582 euro; a Catanzaro con 659 euro; a Crotone con 672 euro; a Sondrio con 674 euro; a Benevento con 1.248 euro.

“Non sono molti i Comuni che hanno aumentato quest’anno le aliquote, dopo tre anni di blocco – commenta Luigi Simeone (Uil Av/Bn) – complice anche il fatto che quasi 4 mila Comuni, quest’anno, sono andati al voto per rinnovare i propri organi ed anche perché soprattutto nei capoluoghi di provincia le aliquote sono già al massimo. Il tema della tassazione sulla casa è presente anche nelle Raccomandazioni Paese della Commissione Europea quando chiede all’Italia la reintroduzione della tassa sulle prime case per gli “alti” redditi. Una tesi, questa, che avrebbe fondamento per chi ha redditi consistenti – conclude Simeone – se non ci trovassimo però di fronte a due paradossi: un alto grado di infedeltà fiscale e valori catastali vecchi, iniqui e che non corrispondono al valore reale dell’immobile. Per cui prima di parlare di reintroduzione di tasse sulle prime case sarebbe il caso di partire dalla revisione dei criteri che regolano i valori catastali, che non dovrà significare maggiori prelievi ma una diversa e più equa ripartizione del prelievo sugli immobili. Ovviamente sempre accompagnando questo processo a una lotta all’evasione fiscale. Infine, sulla tassazione immobiliare venendo meno il concetto di , va semplificato il meccanismo riunendo in un’unica imposta l’IMU e la TASI”.

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