Invitato da Gabriele Corona è stato presente all’incontro di oggi, organizzato da Altrabenevento in un bar cittadino probabilmente perchè il Presidente del Consiglio Comunale De Minico non ha voluto che si svolgesse nell’aula consiliare come sembra sia stato richiesto, anche il Presidente della Gesesa dott. Luigi Abbate.
Che il tetracloroetilene, in piccola quantità sicuramente al di sotto della soglia permessa per legge, sia presente nei pozzi Mazzoni e Pezzapiana, oramai è un fatto acclarato. E’ riportato nelle carte dell’Arpac, lo ha ammesso anche la Gesesa, anche se l’acqua resta potabile per uso umano. Oggi però qualcosa è cambiato. E’ cambiata, sembra, la posizione di Abbate, Presidente della Gesesa, nei riflessi del problema. O almeno così appare dalle sue dichiarazioni presenti nel video. Abbate, pur rappresentando in veste ufficiale la bontà dell’acqua nel senso che è potabile ed è per uso umano essendo le percentuali di presenza del tetracloroetilene di gran lunga lontane dalla soglia massima ammessa, ha anche rappresentato, quale medico di famiglia, tutte le sue perplessità rispetto al problema, oltreche la volontà, ormai di tutti, di capire come questa sostanza è finita nei pozzi di acqua.
Intanto questa è la scheda presentata da Altrabenevento oggi nell’incontro : ( le dichiarazioni di Gabriele Corona e di Luigi Abbate sono nel video allegato ):
Venerdì 7 dicembre 2018, ore 15,30- Bar 14/B, Viale Atlantici – Benevento
Conferenza stampa:
Intollerabile mistero sulla qualità dell’acqua a Benevento.
Il 28 novembre scorso Altrabenevento ha commentato uno studio dell’ARPAP di febbraio 2018 (allegato 1) che, tra l’altro, riguardava la presenza di Tetracloroetilene nel pozzo di Pezzapiana senza fare riferimento a dati precisi.
Il Comune di Benevento e la Gesesa, società che gestisce il servizio idrico in città, hanno risposto annunciando addirittura querele per “procurato allarme” limitandosi ad assicurare che l’acqua è potabile. I soggetti competenti per la gestione del servizio e i controlli, non si possono limitare a sostenere che “tutto e a posto” (ritornello ascoltato varie volte anche a proposito della mensa scolastica, poi definita dalla Procura della Repubblica, “mensa degli orrori”). Diverse norme, in ultimo il Decreto del Ministero per la Salute del 14 giugno 2017 (allegato 2) sulla qualità dell’acqua ad uso umano, impongono agli enti gestori di effettuare controlli frequenti e di pubblicare gli atti.
I cittadini hanno il diritto di conoscere l’esito degli esami!
Invece la Gesesa, su suo sito, fino a pochi giorni fa, pubblicava i risultati degli esami (allegato 3) fino a giugno 2017 (un anno e mezzo fa) senza alcun riferimento al Tetracloroetilene. Eppure, come si evince da una lettera inviata al sindaco il 3 dicembre (allegato 4) Gesesa è in possesso di risultati di esami almeno degli ultimi 3 anni (ARPAC studia il caso da 12 anni). La società del servizio idrico si limita a sostenere che si tratta di tracce molto al di sotto del limite di 10 microgrammi per litro (allegato 5) in verità riferito a Tratracloroetile+Tricloroetilene .
Il Tetracloroetilene è un inquinante molto pericoloso, usato per lavaggi a secco o per diversi trattamenti dei metalli e nella industria alimentare, ne basta pochissimo per creare danni consistenti alla falda (per questo viene misurato in milionesimo di grammo). E’ considerato “potenziale cancerogeno”.
Il D.Lgs 30/2009 (allegato 6) prevede che il valore soglia del tetracloroetilene nelle acque profonde non deve superare 1,1 microgrammo/litro perché quell’inquinante in assenza di luce si trasforma in sostanze ancora più pericolose.
Bisogna quindi accertare la provenienza e bonificare il sito per evitare pericoli per la salute.
L’ARPAC nello studio pubblicato a febbraio 2018, sostiene che il tetracloroetilene è stato trovato soprattutto nel pozzo di Pezzapiana che alimenta il rione Ferrovia e il centro storico, ipotizzando che possa provenire dal “lavaggio dei binari” (lo scalo ferroviario è vicinissimo al pozzo). (Approfondire il contenuto di un esposto presentato alla Procura della Repubblica quattro mesi fa un lavoratore addetto al lavaggio delle carrozze dei treni sui binari)
Il presidente della GESESA, Luigi Abbate, in una recente intervista, ipotizza che quell’inquinante possa provenire invece da scarichi industriali.
Sul sito SIRA-ARPAC è pubblicata una tabella (allegato 7) relativa agli esami effettuati dal 2003 al 2007 nel pozzo di Pezza Piana. Si nota che tra il 2003/2004 il Tetracloroetilene aveva raggiunto anche 4,1 microgrammi/litro per poi scendere improvvisamente. Negli anni successivi ogni tanto compaiono valori oltre vicini al limite di 1,1 microgrammi/litro, Valore Soglia per la qualità delle acque profonde.
Nello studio dell’ARPAC di febbraio 2018, non si esclude la possibile presenza di Tetracloroetilene anche nel pozzo di Campo Mazzoni, che alimenta il Rione Libertà.
Dagli ultimi esami della ASL diffusi dal Comune (allegato 8) risulta che il tetracloroetilene trovato nell’acqua del pozzo di Pezzapiana è di 0,7 microgrami/litro mentre nell’acqua proveniente da pozzo di Campo Mazzoni sono stati trovati 1,1 milligrammi litro. Quindi Campo Mazzoni adesso presenta quantitativi maggiori del pericoloso inquinante.
Altrabenevento chiede alla Procura della Repubblica di estendere l’indagine in corso sull’inquinamento dei fiumi e la mancanza di depuratori anche all’inquinamento dei pozzi.
Sul sito della GESESA sono stati pubblicati da qualche giorno i dati dei prelievi effettuati a settembre 2018 (allegato 9) ma il tetracloroetilene non compare.
Il Piano D’Ambito Calore Irpino (province di Avellino e Benevento) della Regione Campania ( di maggio 2003 prevedeva la chiusura dei pozzi della piana di Benevento (Campo Mazzoni e Pezzapiana) perché a forte rischio di inquinamento e con acqua di scarsa qualità.
Altrabenevento e Codacons hanno avviato una campagna di monitoraggio sulle acque servite ai cittadini beneventani anche per la presenza di Nitrati (chiusi i pozzi di Pantano per valori doppi rispetto a quelli ammessi per legge- valori vicino al limite di 50 milligrammi litro per i pozzi di Pezzapiana e Campo Mazzoni. Buonissima l’acqua del Biferno servita alla parte alta della città).
A breve lo studio sui risultati.