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Campagnuolo (Forza Italia): Venga Rivista la Legge Delrio sulle quote rosa

“Ho potuto constatare che la norma sulla composizione delle Giunte Comunali (Legge Delrio n. 56/2014 art. 1, comma 137) trova impreparati molti comuni del Sannio, e a proposito posso citare l’esempio del Comune di Dugenta che nei giorni scorsi si è visto recapitare dal difensore civico un ammonimento in tal senso: vale a dire che entro 3 mesi il comune di Dugenta dovrebbe ottemperare alla mancanza di donne in giunta ed adeguarla alla Legge Delrio.

Questa a mio avviso è una legge sbagliata. Sono convinto che sia necessario riequilibrare la rappresentanza di genere, infatti trovo giusto la parità di genere dei consiglieri candidati che si sottopongono al vaglio dell’elettorato ma trovo altrettanto ingiusto che le stesse quote si applichino in giunta, dove appunto l’ultima parola spetterebbe all’elettorato. Infatti nei piccoli Comuni l’esecutivo non viene scelto su base politica ma al 99% dei casi, viene scelto sul merito, cioè in base al numero di preferenze prese. Con l’attuazione della Legge Delrio ci si trova ad avere un esecutivo che non è espressione del Popolo, così come avviene attualmente a capo del Governo Nazionale, non espressione del Popolo ma espressione di un decreto”.

Questo è quanto dichiara Evangelista Campagnuolo, Coordinatore Provinciale di Forza Italia giovani Benevento nonché membro del direttivo Provinciale di Forza Italia.

“Sono sempre stato molto critico sul tema “quote rose”, cioè quei “posti” – in politica, nel lavoro o nella funzione pubblica – che dovrebbero spettare a una donna perché stabilito da una legge. L’applicazione delle quote rosa preclude una reale applicazione della totale meritocrazia: se un uomo risulta più bravo, capace e competente di una sua diretta concorrente per una determinata posizione (che sia in un consiglio di amministrazione o in una lista politica) ma per le “quote rosa” il posto spetta alla donna, ecco che non viene premiato “il migliore” ma solo chi “ne ha diritto” perché così recita una legge.
Le “quote rosa”, a mio avviso, non fanno altro che favorire una delegittimazione della figura femminile: ogni donna inserita in una posizione di prestigio, esclusivamente grazie alle “quote rosa” sarà sempre oggetto di facile delegittimazione, ad ogni minimo errore o presunto tale il pensiero ricorrente sarà che è lì non perché lo meritava, ma grazie alle quote obbligatorie”.