Oggi Baroni, con la spalla forte di Vigorito, ha detto la sua e tracciato la strada. Ma non ha chiarito tante, troppe cose ….
Solito refrain, niente di nuovo sotto questo cielo. Baroni predica, predica, predica ma i risultati ? Gli unici che si vedono finora sono una moltitudine impressionante di infortunati. Magari, con tutti abili e arruolabili, e con un altro tecnico o con Baroni più pratico, meno pauroso, e con una sveglia al collo, considerato che continua a viaggiare nei sogni, qualcosa si sarebbe potuto fare. Escluse alcune pecche macroscopiche in acquisti-vendite, ma non facciamo nomi per rispetto di chi è stato liquidato troppo facilmente e di chi è stato chiamato con la stessa facilità a sostituirlo, non sarebbe stato proprio da buttar via questo Benevento. Ma non si vogliono tagliare i rami secchi. Non si vuole far scoccare la scintilla. La differenza tra il Benevento e le altre “piccole” squadre di serie A ? Gli attributi della società. Il Cagliari, ad esempio, da il benservito a Rastelli, il Benevento, invece, si tiene stretto Baroni. “Ho detto tutto” avrebbe proferito Peppino De Filippo ! E così proprio Baroni, tra un proclamo “credo che in questo momento siano fondamentali la voglia e determinazione perché la via di uscita c’è” e cose ovvie “siamo consapevoli che le cose non stanno andando per il verso giusto. Abbiamo bisogno del nostro pubblico, così come la fiducia e i risultati”, si è consumata anche la conferenza stampa odierna e ci accingiamo ad incontrare la Fiorentina senza Ciciretti, D’Alessandro (ma poi questi due quanti minuti hanno giocato finora ? Che non siano fatti di marzapane ? ), un Lombardi affaticato, Parigini con trauma distorsivo, Costa che svolge ancora lavoro differenziato, Di Chiara a Roma per accertamenti, Gravillon che non ha ancora una tenuta di 90° minuti ( per forza anche quando può non lo fa giocare pur essendosi disimpegnato egregiamente l’unica volta che Baroni lo ha schierato), Antei squalificato, e con Belec mandato in tribuna a Verona con Piscitelli in panchina (i tifosi sanno i patemi di cuore con il ragazzo in porta in lega pro!). Insomma se anzicchè Benevento si chiamasse Croce Rossa sarebbe meglio. Ciò nonostante, neanche una parola per chiarire di chi è la colpa di questi infortuni a catena che, ripetiamo, erano una costante anche in serie B l’anno scorso.
A questo punto, con l’immobilità di una società ferma sul suo piedistallo, imperterrita ad andare avanti ad oltranza, dobbiamo sperare in un aiuto divino, che guarisca miracolosamente gli infortunati, come è già successo con D’Alessandro con l’Inter, e metta un po di sale in zucca al mister. Per il resto, speriamo bene !
Utilizziamo i cookie per essere sicuri che tu possa avere la migliore esperienza sul nostro sito. Se continui ad utilizzare questo sito noi assumiamo che tu ne sia felice.Ok