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Guardia Sanframondi. La fotografia e l’essenza profonda del rito di Antonio Volpone

21/08/2017
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Le foto del libro DE SANGUINE – La fotografia e l’essenza profonda del rito di Antonio Volpone saranno esposte durante i Riti Settennali nella Casa Palladino di Guardia Sanframondi.

La mostra visitabile già da oggi fino al 28 Agosto 2017 presso Casa Palladino prosegue nella direzione intrapresa con la fortunata serie “Ibidem – astrazioni necessarie” alla volta di una nuova stimolante ricerca sulle origini di un rito. Un’indagine di antropologia visiva dove la realtà raffigurata è qualcosa in cui calarsi dall’interno, fino allo sfinimento e all’epifania della grazia. Come per la mostra organizzata in occasione dei Riti Settennali di Penitenza dell’Assunta del 2010 gli scatti presenti nel libro presentato a Guardia Sanframondi nel mese di Luglio nella Chiesa AVE GRATIA PLENA, sono una testimonianza del non-visibile e dell’anonimato scelto dai Battenti nel compiere la loro professione di fede. Le foto presenti nella mostra sembrano ricalcare una ricerca propria di un antropologo che, essendosi calato a pieno nell’analisi di ciò che avviene ogni sette anni, ha scelto di rappresentare quell’anonimato espresso dai bianchi cappucci. Da osservatore partecipante Antonio Volpone ha scelto di non spingersi oltre, non raccontare l’indicibile, calandosi così, nei panni di tutti coloro, guardiesi e non, che vengono in questo paese per compiere il loro personale dialogo con l’Assunta.
Il libro è arricchito dal saggio di Enzo Carli, Sociologo, Helga Sanità, Docente di Antropologia del patrimonio dell’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli e Giuseppe Leone, Artista. In particolare con Giuseppe Leone è nato un notevole lavoro a quattro mani che ha permesso, grazie all’incontro tra i due artisti, di fondere arte e fotografia. Di notevole spessore gli interventi pittorici che Leone ha effettuato sulle opere di Volpone e che oltre ad essere presenti nel libro saranno esposti nella Casa Palladino fino al 28 Agosto 2017.
Le foto di Antonio Volpone si muovono in questa direzione rivelando un dinamismo futurista: lo scatto sembra non fermare il gesto, l’attimo, ciò che cattura, ma far sì che quel gesto, quell’attimo, ciò che è stato catturato si ripeta all’infinito in un movimento che, pur essendo sempre lo stesso, diventa perpetuo. Un movimento, quindi, non casuale quanto calcolato: un ectoplasma visivo-(Giuseppe Leone).

Nelle fotografie di Antonio Volpone c’è la vera essenza del rito. Nessun compiacimento morboso nel cercare di catturare gli sguardi dei devoti attraverso le fessure dei cappucci, nessun indugio documentaristico alla ricerca di un facile sensazionalismo colorato di sangue. Il suo obiettivo non mette a fuoco iperrealisticamente i particolari dalla scena, ma resta aperto al flusso dell’azione, come se fosse l’obiettivo di una macchina da presa- (Helga Sanità).
Volendo analizzare gli scatti di Antonio Volpone, compiuti a Guardia Sanframondi in occasione dei Riti Settennali di Penitenza in onore dell’Assunta, non si può non costatare che i Battenti sono una saga epica, ancora fantasmi pre-coscienti del sogno, particelle di memoria del museo Sannita tra percezione e stimolo, tra riflessi di realtà antiche che autenticano la nuova raffigurazione- (Enzo Carli).

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