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Osservatorio nazionale sulla salute nelle regioni italiane: i dati confermano la crescita della vita media degli italiani

14/03/2017
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La Uil Avellino/Benevento rende noto che, secondo i dati diffusi dall’Osservatorio nazionale sulla salute nelle regioni italiane, in questi ultimi 15 anni alcune cose sono migliorate: la speranza di vita media di un italiano è cresciuta, secondo gli ultimi dati del 2016, a 82,8 anni (80,6 per gli uomini e 85,1 per le donne), anche se si segnalano problemi di equità tra le regioni. Difatti, in Campania l’aspettativa di vita media è di soli 80,0 anni mentre nella Provincia Autonoma di Trento è di 83,5 anni. Per quanto riguarda l’abitudine al fumo, gli italiani sono andati migliorando, passando dal 25,5% di fumatori di 15 anni fa al 19,6% nel 2015, facendo ben sperare per il futuro. Molti aspetti sono purtroppo andati peggiorando, per esempio gli stili di vita, in cui c’è stato un aumento sensibile delle persone in sovrappeso, per le quali si registra nel 2015 il 35,3% degli adulti e il 24,9% dei bambini con eccesso di peso; l’attività fisica non è mai decollata, con il 39,9% della popolazione sedentaria, stabile da 15 anni, mentre sono ancora troppo pochi gli italiani che praticano un’attività sportiva (solo il 23,8% in modo continuativo).

Per la Uil insegnare l’educazione alla salute nelle scuole e incoraggiare percorsi di longevità attiva a ogni età restano le ricette più riformiste, economiche ed efficaci per mettere in sicurezza il diritto alla salute e il sistema sanitario negli anni a venire, provando a contenere quell’insopportabile gap tra Nord e Sud e tra regioni stesse, che purtroppo continua ad accentuarsi. Se la speranza di vita media degli italiani è cresciuta, giungendo a 82,8 anni, dobbiamo ringraziare in primis la competenza e la generosità dei tanti operatori del settore che ogni giorno mettono a disposizione la loro professionalità qualificando il sistema sanitario, a fronte dei ripetuti tagli, finendo per rasserenare i pazienti e i loro familiari. All’allungamento della vita, tuttavia, non corrisponde la qualità dell’invecchiamento, che è soggetto all’insorgenza di crescenti cronicità, a cui si dovrà rispondere con investimenti in innovazione tecnologica e sollecitazione dell’autonomia.

“Resta il rammarico per il peggioramento degli stili di vita – dichiara Fioravante Bosco (Uil Av/Bn) – con la consequenziale crescita delle obesità e la riduzione della pratica sportiva e del movimento, che richiedono uno sforzo di educazione e sensibilizzazione sin dall’età adolescenziale. Comunque – conclude Bosco – abbiamo rilevato con fiducia il miglioramento della speranza di vita dei cittadini affetti da patologie oncologiche, e la diminuzione del tabagismo”.

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