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Amministrative Farese M5S: “nessun condizionamento sul voto”

Elezioni Amministrative 2016 : la parola ai protagonisti. Questa settimana Marianna Farese

«Il voto non deve essere condizionato in alcuna misura dal bisogno e, ancor di più, da fenomeni illeciti di baratto o pressione». Questa affermazione di qualche settimana fa, assolutamente condivisibile, potrebbe essere la base di un trattato di sociologia, di economia e di antropologia sannitica. A pronunziarla l’onorevole Clemente Mastella, che, pirandellianamente, apre uno squarcio nel “cielo di cartapesta” della campagna elettorale, fatto di partenze, futuro, ottime intenzioni, disvelando che cosa accade realmente nella vera “battaglia” che, casa per casa, famiglia per famiglia, diuturnamente e con ogni mezzo, la stragrande maggioranza dei candidati in campo conduce pur di vincere. Certo, l’onorevole non si espone più di tanto, non può far nomi, anche se è fin troppo facile capire chi fosse il bersaglio della sua denunzia “contro anonimi”.
D’altronde perché Benevento, nella sua decadenza senza fine, dovuta certo alla crisi economica generale ma anche alle (non) scelte della giunta guidata dall’ex pupillo mastelliano Fausto Pepe, fino al 2011 retta da una maggioranza che vedeva il PD e l’UDEUR insieme, e da Raffaele Del Vecchio, dovrebbe essere diversa dall’hinterland napoletano dove, come ci ricorda sempre Roberto Saviano, il voto ha un preciso tariffario? Ad ogni crocicchio pare la gente anche a Benevento oramai non parli d’altro. Bollette pagate, spese fatte, elettrodomestici.
Conosco l’obiezione: se sai qualcosa vai in procura e sporgi denunzia. Ma io non ho le prove, purtroppo. Una cosa la so per certa.: che tra il ceto politico professionale mastelliano e quello pepiano-decariano in campo non c’è nessuna differenza, anche nei metodi. L’una e l’altra sono costituite da un personale politico privo di qualunque ideologia o ideale politico riconoscibile. D’altronde il “clientelismo politico” è stato addirittura oggetto di una tesi di laurea che aveva per protagonista Clemente Mastella. Insomma, malgrado l’apparente contrapposizione, i due blocchi varianti (clericale e caritetevole la prima, laica e tecnocratica la seconda) pari sono.
Non usciremo mai da questo vicolo cieco rimanendo dentro i vecchi metodi. Urge un rinnovamento dalle fondamenta non solo del personale politico ma soprattutto del modo di intendere la politica e nelle sue pratiche.
L’onestà è una pratica che parte dalla conquista stessa del consenso.
Non esistono mezzi cattivi che conducano a buoni fini.
Il MoVimento testimonia la possibilità di altre prassi, capaci di plasmare, nel tempo, cittadini attivi e non timorosi clientes con il cappello perennemente in mano.
Chiudo con una domanda che pare nessun giornalista abbia fatto all’onorevole Mastella o che non ha avuto l’eco che meritava. A quanto ammonta la cifra che a fine mese lui e la consorte trovano accreditata in banca per la quarantennale carriera politica (avviatasi nel 1976), cui si somma la pensione da giornalista di cui hanno parlato, in maniera a dire il vero poco lusinghiera, Rizzo e Stella ne La casta?