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“Aspettando che spiova” alla Solot: lo spettacolo tra finzione e realta’

Quando essere attore vuol dire essere il personaggio in tutto e per tutto. Le azioni, le parole già scritte, mentre le stai dicendo: la tua vita è finta.

aspettando che spiova
Antonio è imprigionato nel suo ruolo e nei vari ruoli interpretati per lavoro, da quando è in scena assieme al suo collega Fabrizio (già da 20 volte in teatro).
Due uomini diversi, entrambi attori, ma uno dei due, ha un grosso problema.
Notevole interpretazione di Luigi Credendino e Gianluca d’Agostino (che ha diretto e scritto lo spettacolo) in “Aspettando che spiova la ventesima replica” , nell’ambito del quarto appuntamento della rassegna teatrale del Mulino Pacifico, Obiettivo T.
Durante un acquazzone i due si incontrano. Uno è vestito elegante e si presenta bene, l’altro, alquanto trasandato, dice di essere il custode dell’università. Sarà cosi?
Tra i due si inizia a delinerarsi una relazione conflittuale, frutto di un copione già scritto.
Sono attori della loro vita.
Nella prima parte i due si confrontano e si scontrano. Nella seconda troviamo due attori che interpretano i personaggi iniziali. Si tratta di un incantesimo, da cui uno dei due, amico nella vita e collega di lavoro, cerca di fare uscire l’altro: quella è una finzione teatrale e non la vita vera;
Accadrà di tutto pur di riportarlo alla coscienza vera del suo essere un attore che sta solamente recitando. Buona affluenza di pubblico ed applausi meritati.
Lo spettacolo s’inserisce nell’ambito delle attività previste dal progetto “Cum grano salis” a cura dell’ATS Motus – Solot, finanziato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, Dipartimento della Gioventù e del Servizio Civile Nazionale.

Servizio e Foto Emilio Spiniello