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Luigi De Nigris interviene sull’esito del Consiglio comunale di ieri a Palazzo Mosti

05/02/2016
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La mancata celebrazione del Consiglio comunale  – commenta il consigliere comunale Luigi De Nigris – è forse la rappresentazione più veritiera delle penosa situazione politica-istituzionale-amministrativa in cui versa la Città di Benevento.

de nigris ed orlando

In un momento di forte tensione emotiva,  – sostiene nella nota De Nigris – causata soprattutto dalla recente sentenza di fallimento dell’Amts, lo spettacolo offerto dalla maggioranza comunale è stato davvero desolante. Un triste epilogo che chiude un ciclo.

Non sono infatti bastate le circa due ore e mezzo di ritardo causato dalla maggioranza – il Consiglio comunale era convocato per le ore 15,00 ed è iniziato alle 17,30 – per elaborare una minima strategia per rispondere alle sollecitazioni provenienti dai lavoratori dell’Amts.

I lavori consiliari partivano senza la presenza Sindaco. Un’assenza, peraltro annunciata dal Presidente del Consiglio, che per quanto mi riguarda ci può stare. Il Primo cittadino in tutti questi anni ha sempre dimostrato di non sfuggire da nessun confronto pubblico e di aver sempre affrontato qualunque situazione (se non più complesse almeno pari all’attuale). Ciò che però reputo di una gravità assoluta è aver visto il tavolo dell’esecutivo completamente vuoto. La presenza del solo Assessore Coppola non fa infatti testo. Il tecnico napoletano, chiamato a reggere le sorti finanziarie dell’Ente, nelle prossime elezioni ammnistrative non dovrà chiedere conto del suo operato agli elettori.

Una situazione surreale che fotografa l’esistenza del vuoto. Il nulla privo di significato, fatta eccezione del capo gruppo del PD, ha solo determinato l’abbandono dell’Aula dei consiglieri di maggioranza per manifesta incapacità di reggere il confronto.

Solo qualche mese, per argomenti meno interessanti degli attuali, l’abbandono dei lavori da parte dell’opposizione fu giudicata dal capo gruppo del PD: “un sottrarsi al dovere istituzionale; un mandare a monte decisioni essenziali e funzionali alla vita del Comune e delle sue partecipate; un atto di viltà che non azzoppava solo la Maggioranza, ma la città!. Un atto di cecità e di livore. Un incomprensibile atto fegatoso ed infantile.

L’opposizione era quindi richiamata “a stare ben attenta perché la città distingue gli atti di vero ossequio democratico da quelli che si pongono come tali ma sono, invero, delle pugnalate alle spalle dei cittadini e delle loro, giuste e legittime, aspettative di progresso. Sono pugnalate inferte alle spalle della comunità beneventana!
Lavorare per la città significa, anche, fare funzionare la democrazia ed il metodo democratico; significa riconoscere i diritti di tutti; significa mettere tutti nelle condizioni di dare il meglio per la crescita di Benevento.

Non sta a me ricordare, soprattutto a chi è esperto, quanto sia imprudente sputare in alto o controvento. Il mio auspicio è che queste pubbliche riflessioni, o meglio queste gratuite affermazioni, siano ora rivolte pubblicamente anche ai suoi colleghi di maggioranza. Un atto semplice, di estrema sensibilità, per far comprendere che anche la politica, talvolta, riesce a chiedere scusa o a riconoscere i propri errori.

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